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Stop al Superbonus, 265 milioni di crediti incagliati nel padovano. A rischio migliaia di imprese

Confartigianato: «Occorre agire su due fronti: aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, permettendo alle banche di compensare i crediti da loro acquisiti con parte dei debiti contenuti nei modelli F24 presentati ai loro sportelli dalla clientela». Ance: «Si tratta numeri e soprattutto di incrementi. Non possiamo non pensare che una frenata in corsa non ci faccia rischiare un testa-coda generale»

«La nostra associazione auspica che vengano individuate rapidamente le modalità più efficaci per affrontare la priorità dello sblocco dei crediti incagliati degli imprenditori che hanno effettuato lavori utilizzando lo sconto in fattura e la cessione del credito». Il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio torna sulla questione Superbonus, dopo l’incontro avvenuto lunedì con il Governo, al quale hanno partecipato i rappresentanti nazionali dell’associazione di categoria. «Le ipotesi prospettate – continua- sono un primo passo, ma non ancora risolutive».

Crediti incagliati

Da una riparametrizzazione degli ultimi dati nazionali, si stima che in provincia di Padova ci siano 265.000.000 di euro incagliati “in pancia” a migliaia di imprese che rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità. Il comparto, nel nostro territorio conta 11.865 e dà occupazione a 24.162 addetti, solo nel mondo artigiano. Dall’Aglio indica le priorità che Confartigianato Imprese ha illustrato al Governo: «Occorre agire su due fronti: aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, permettendo alle banche di compensare i crediti da loro acquisiti con parte dei debiti contenuti nei modelli F24 presentati ai loro sportelli dalla clientela; prevedere, dopo un check sull’assorbimento dei crediti da parte del sistema bancari, l’acquisto dei crediti da parte di un acquirente pubblico di ultima istanza per la parte non acquisita. Questo intervento è particolarmente necessario per i crediti di minore importo». Confartigianato chiede inoltre di rinviare, con provvedimento urgente, dal 16 febbraio ad almeno fine febbraio 2023 la data entro la quale è necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito. Mentre per gli interventi di edilizia libera va prevista una specifica modalità per dar prova dell’inizio lavori. Confartigianato giudica positivamente la volontà del Governo di mantenere aperti dei tavoli di confronto sul futuro dei bonus edilizia, anche in vista della proposta di Direttiva Ue sull’efficientamento degli edifici in discussione a livello comunitario. Secondo la Confederazione, l’obiettivo della transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme con un sistema delle agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per alcune fattispecie, in particolare i soggetti con redditi bassi e privilegiando gli interventi su immobili con una classe energetica molto bassa o con ridotti requisiti sismici.

Ance

«A noi di Ance Padova interessano i fatti concreti e quindi monitoriamo attentamente la situazione. Il fatto che il Governo abbia sposato la soluzione Ance-Abi, in particolare l’utilizzo del plafond F24, significa che siamo sempre stati sui binari giusti. Fino al blocco imposto dal decreto che ha fermato il superbonus – che io chiamo decreto Speedy Gonzales perché è stato annunciato e approvato nel giro di qualche ora - abbiamo registrato, dati di Cassa Edile alla mano, un aumento consistente della massa dei salari distribuiti dal comparto delle costruzioni negli ultimi due anni. Ed è questo che vogliamo continuare a fare: crescere, contribuire ad ammodernare il Paese, costruire edifici sempre più green e distribuire, attraverso il lavoro, capacità imprenditoraliale e salari adeguati» Così commenta il presidente di Ance Padova, Alessandro Gerotto, l’incontro di ieri sera tra Governo e parti sociali sul superbonus.

Dati

I dati che circolano sono i più diversi e rimane difficile avere una visione complessiva della situazione che si è venuta a creare. Il dato, invece, dei lavoratori e numero delle imprese ci dice qual è l’andamento reale del settore. Nel padovano il settore edile è passato da una massa salari versata di 84,669 milioni di euro del 2020 a poco più di 115 milioni di euro nel 2021 (ultimo dato certificato). Il numero delle imprese è passato da 1.474 del 2019 alle quasi 2.000 dell’anno scorso. Il numero di lavoratori ha superato i diecimila (10.081) per un monte ore complessivo 2018-2021 costantemente superiore a 10 milioni. «Si tratta numeri e soprattutto di incrementi – spiega Gerotto – che nel periodo post-pandemia hanno viaggiato, mediamente, intorno a un “più” 20% l’anno. Non possiamo non pensare che una frenata in corsa non ci faccia rischiare un testa-coda generale. Così come noto che ognuno sforna dati a proprio uso e consumo, ma in realtà la situazione non è chiara. E’ vero che sono nate aziende dall’oggi al domani, ma noi dell’Ance avevamo avvertito che si stava dopando il settore. E’ vero che ora si rischia che tanti restino disoccupati, ma se si ritorna a interventi di qualità le nostre imprese hanno sempre contribuito a mantenere l’occupazione e hanno investito anche nella sicurezza sul lavoro. Mentre chi si è improvvisato imprenditore edile ha portato anche precarietà e insicurezza nei cantieri. Noi – conclude Gerotto – vogliamo solo che si evitino decisioni scellerate che ci facciano ripiombare nell’incertezza. Servono risposte rapide soprattutto per lo sblocco dei crediti pregressi perché il nostro comparto ha bisogno di progettazione di medio e lungo termine e per investire e salvaguardare il lavoro»

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