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Cronaca

Arrestato in Marocco il "Bomber", co-gestiva un intenso traffico di spaccio nel Padovano

La Squadra mobile padovana lo ha rintracciato in Marocco, era uno degli indagati nell'operazione "Polo" che ha portato in carcere un'intera banda che gestiva un grosso traffico di spaccio in varie zone del Veneto. Il "Bomber", partito dal basso, ne era diventato uno dei capi

Un altro tassello va al suo posto. È stato arrestato Ali Ben Mohamed Ahmed, detto “Bomber”, 45 anni, salito di grado nella banda che gestiva un intenso traffico di spaccio dopo che la Squadra mobile padovana ne aveva tagliato la testa di comando.

L’arresto

Ahmed è stato rintracciato all’inizio di maggio in Marocco, nella città di Bouznika. Braccio destro di Franco Inglese, è stato catturato dopo che la sezione antidroga della Squadra mobile padovana ha fatto pervenire al collaterale marocchino le informazioni scaturite dalle indagini attraverso il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia di Roma. Il Bomber deve scontare 5 anni di reclusione per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (ordine di esecuzione emesso lo scorso 18 febbraio dalla Procura di Venezia) e successivamente è stato oggetto di indagine nell’ambito dell’operazione “Polo” della Mobile padovana, per cui è stato colpito da misura di custodia cautelare in carcere per aver gestito un grosso traffico di droga, soprattutto eroina e cocaina.

La banda

Tutto è partito quando la polizia ha incastrato la banda di Franco Inglese, scoperta dopo che alcune segnalazioni avevano condotto a dei controlli anti-spaccio vicino ad alcuni ristoranti. In tutto ciò Ahmed è stato individuato dagli agenti come socio diretto di Jamel Chebbi che si occupava dei “corrieri” della droga. Partito da una posizione subordinata, il Bomber ha assunto un ruolo di primo piano nella catena di spaccio, tanto da diventarne un punto di riferimento. Era lui a ritirare il denaro consegnato dai “corrieri” ed era lui che si recava sul luogo degli scambi con Inglese al quale poi lasciava lo stupefacente per la successiva rivendita sul territorio padovano.

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