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Cronaca

Il Nobel Didier Patrick Queloz in Aula Magna dell’Università di Padova

Il fisico e astronomo svizzero Didier Queloz, premio Nobel per la Fisica nel 2019 "per la scoperta del primo esopianeta orbitante attorno a una stella di tipo solare"

Nell'ambito delle celebrazioni per gli 800 anni dell'Università di Padova, l'Aula Magna di Palazzo del Bo, via VIII febbraio 2 a Padova, ospita domani martedì 13 settembre alle ore 17.00 la Nobel Lecture The exoplanet revolution, in the footpath  of Galileo del fisico e astronomo svizzero Didier Queloz, premio Nobel per la Fisica nel 2019 «per la scoperta del primo esopianeta orbitante attorno a una stella di tipo solare».

Astronomo

L’astronomo svizzero Didier Patrick Queloz, classe 1966, ed è docente all’Osservatorio di Ginevra e alla Cambridge University. Ha concentrato il suo studio sulla ricerca di esopianeti, cioè pianeti extrasolari non appartenenti al sistema solare che orbitano attorno a una stella diversa dal Sole. Con James Peebles e Michel Mayor, di cui è stato allievo e con il quale nel 1995 ha identificato 51 Pegasi b, il primo pianeta extrasolare orbitante intorno alla stella 51 Pegasi, è stato insignito del Nobel per la Fisica nel 2019. Se Peebles è stato premiato per le scoperte teoriche in cosmologia fisica, in particolare per i suoi studi sulla radiazione cosmologica di fondo (l’eco del Big Bang), Mayor e Queloz, invece, si sono visti assegnare il riconoscimento per la scoperta, nel 1995, di un esopianeta in orbita attorno a una stella di tipo solare. Se nel 1990 Alexander Wolszczan e Dale Frail avevano già identificato un pianeta esterno al sistema solare ma orbitante intorno a una pulsar, diversa è la scoperta del duo Mayor e Queloz perché l’esopianeta 51 Pegasi b orbita attorno a una stella analoga al Sole e di conseguenza è ritenuto il primo esopianeta a tutti gli effetti.

Pianeti

La ricchezza e la diversità dei sistemi planetari che sono stati scoperti fino ad oggi hanno cambiato il nostro punto di vista sulla formazione dei pianeti, e in particolare sul nostro posto nell'universo, evidenziando la rarità di sistemi planetari simili al nostro per architettura e formazione, e aprendo il campo alla ricerca di segni di vita che ci aiutino ad esplorare le nostre stesse origini. In questo incontro, lo scienziato presenta al pubblico le sfide delle prime scoperte e i recenti progressi in questo nuovo campo di ricerca. L'evento è aperto al pubblico. Per partecipare è richiesta la prenotazione.

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