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Cronaca

La versione "stravolta" di Dylan Dog finisce in edicola grazie a un autore padovano

In edicola dal 9 febbraio, "Estreme visioni" è il quarantesimo Dylan Dog Color Fest. Abbiamo intervistato il disegnatore padovano Andrea Mozzato alias Officina Infernale, l'autore della storia che già prima di uscire in edicola ha mandato in subbuglio i fan del celebre fumetto della Bonelli

Si potrebbe definire la versione eretica di Dylan Dog. Orfano di Groucho, perfino. Però è sempre Dylan Dog. E a disegnarlo è un padovano, Andrea Mozzato, alias Officina Infernale. Molto noto nel circuito underground, si presenta al grande pubblico con un lavoro che non può certo lasciare certo indifferenti. Scordiamoci il Dylan Dog con le fattezze alla Rupert Everett, l’astemia e quei tratti caratteriali che siamo abituati a conoscere. Il primo numero di Dylan Dog risale al 1986 ma sembra che il tempo per lui non passi mai. La versione di Andrea Mozzato ce lo mostra trasformato. Ingrassato, dedito all’alcol e al fumo, un Dylan completamente stravolto. Un po' decadente, un po' decaduto. Ma è sempre lui.

L'ambientazione horror, il nostro eroe ha a che fare con dei mostri, non gli toglie l'ironia della quale certo non si può fare a meno.«Dylan Dog è una icona, essermi potuto confrontare con questo che è un personaggio che conoscevo bene anche perché negli anni novanta era davvero molto diffuso tra gli amanti dei fumetti. A me piacciono i personaggi robusti, grossi, quindi già questo è un elemento che lo ha reso diverso dal tradizionale Dylan». Ma la trasformazione, la rielaborazione del personaggio non incide solo sul fisico ma anche sul carattere anche se certi aspetti, come quello della battuta sempre pronta, l'ironia, rimangono. 

La stessa operazione messa in atto per l'albo della Bonelli, Andrea Mozzato, alias Officina Infernale, l'ha messa in atto anche con i personaggi de I Baccanti, la serie ideata e autoprodotta da Claudio Calia. 

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