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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Le mafie in Veneto? Silenti, invisibili, liquide. Padova terza per beni confiscati (36)

In Veneto, regione più attrattiva del Nordest, l'organizzazione più attiva è la camorra. Più che raddoppiate le confische: dagli 88 beni del 2013 ai 186 del 2015 (60 solo a Venezia)

Veneto, una regione a forte infiltrazione camorristica che nel 2015 ha visto però raddoppiare il numero di beni confiscati alle organizzazioni criminali. I numeri e le mappe aggiornate sono contenuti nello studio "Le mafie liquide in Veneto. Forme e metamorfosi della criminalità organizzata nell’economia regionale", realizzato da Unioncamere del Veneto e Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, nell’ambito dell’ormai pluriennale protocollo di intesa, sottoscritto a Venezia nel 2012, e reso pubblico oggi 23 maggio in occasione della ricorrenza della strage di Capaci, in concomitanza con la giornata di studio "Costruire la cultura della legalità", organizzata dall’università Ca’ Foscari e dall'Ufficio scolastico regionale, anche con il patrocinio di Unioncamere Veneto.

MAFIA IN VENETO. Nelle regioni del Nord sono 15 le organizzazioni attive nel traffico o nella vendita di sostanze stupefacenti, di cui 3 in Veneto, dove ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra si spartiscono traffici e profitti con le organizzazioni straniere. L’organizzazione più attiva è la camorra attraverso l’estorsione connessa all’usura. La relazione annuale del Comando regionale Veneto della Guardia di Finanza ha rilevato 4.500 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette nel primo semestre 2015 che collocano il Veneto al settimo posto nella graduatoria delle regioni italiane.

PRESIDENTE UNIONCAMERE VENETO. "Nella nostra regione le mafie, anche se non sparano, dimostrano di essere in grado di intaccare il tessuto socio-economico del territorio - commenta Giuseppe Fedalto, presidente di Unioncamere Veneto - il Veneto, come altre regioni del Nord, attrae per le possibilità di riciclaggio che le organizzazioni criminali utilizzano per far fruttare i guadagni illegali, mascherandoli con investimenti in attività commerciali e imprenditoriali. Preferiscono essere liquide, silenti e invisibili, ma sono capaci di mutare volto".

DON CIOTTI. "Le mafie prosperano grazie a complicità e connivenze. Ma a loro vantaggio operano anche il silenzio, l’indifferenza, la rassegnazione, e la rimozione - commenta don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera. Sulla scorta di analisi di realtà istituzionali e politiche, questo lavoro di ricerca traccia una puntuale fotografia della diffusione delle mafie in regione, mettendo in evidenza come anche nel Nordest le cosche abbiano saputo mettere a frutto una collaudata 'vocazione' imprenditoriale, inquinando tutta una serie di settori, tra cui quello, sempre più redditizio del agroalimentare".

BENI CONFISCATI. La confisca dei beni in mano alla criminalità organizzata ha registrato un considerevole balzo in avanti. Dagli 88 beni censiti in Veneto nel 2013, si è infatti passati ai 186 nel 2015 (+95). L’incidenza percentuale sul totale dei beni confiscati in Italia rimane evidentemente molto bassa, meno dell’1%, ma, scomponendo i dati, si riscontra come il Veneto sia la regione largamente più attrattiva nel Nordest. Prendendo in considerazione la distribuzione della presenza mafiosa per settori, il comparto più colpito è l’edilizia. In termini quantitativi, Venezia è la provincia del Veneto che al 31 dicembre 2015 ha registrato il maggior numero di beni confiscati (60), seguita da Verona (54), Padova (36), Belluno (17), Vicenza (10), Treviso (5) e Rovigo (4).

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