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Cronaca Mandria / Via Monferrato

Mamma Luisa: «Riccardo in auto era prudente, quanto è capitato mi fa pensare»

I genitori del ventiseienne morto nella notte tra il 28 e il 29 novembre a seguito di un incidente in via Romana Aponense a Padova lanciano un appello: «In famiglia scontratevi, ma parlate. C'è sempre tempo poi per fare la pace»

L'incidente stradale che in via Romana Aponense a Padova nella notte tra il 28 e il 29 novembre si è portato via la vita di Riccardo Faggin ha sconvolto la comunità padovana e non solo. Il dolore è amplificato dal fatto che proprio il giorno dello schianto a casa di Riccardo la mamma Luisa Cesaron e il padre Stefano Faggin avevano organizzato tutti i preparativi per la fine degli studi universitari del figlio, iscritto a Scienze Infermieristiche. Ebbene, nessuna laurea era in programma, e ora è il tempo delle riflessioni. Un'autocritica costruttiva da parte di mamma e papà di Riccardo che fa venire i brividi, ma che davvero potrebbe diventare un messaggio enorme per le future generazioni, affinchè il dialogo, anche quello scomodo, diventi il fulcro di una famiglia. Per non piangere più ragazzi portati via dal silenzio, dalla paura, dal senso di non appartenenza ad un contesto sociale. 

Lo sfogo di mamma e papà

Ai microfoni di Telenordest, con una rara dignità, mamma Luisa ha riferito: «Riccardo era una ragazzo estremamente solare e aperto. In auto è sempre stato prudente. Quanto è successo è assurdo. Non amava la velocità, era una persona precisa. A giochi fatti posso capire che dentro di sè aveva un dolore enorme, inascoltato. Ai figli, ai genitori lancio un appello: parlate in famiglia, raccontatevi anche le cose più scomode, non abbiate paura di litigare. Si fa sempre in tempo a fare la pace, non abbiate paura di essere giudicati, la società, gli amici stretti, i familiari, potranno sempre contribuire a risolvere i problemi anche quelli che in un attimo sembrano senza ritorno». Gli ha fatto eco papà Stefano: «Certe verità a volte sono scomode, ma nell'ottica di una fiducia reciproca, in un concetto di comunità dove il fine ultimo è quello della crescita, e del risolvere i problemi, il confronto è la base. Riccardo si è tenuto tutto dentro, non siamo riusciti a capirlo. Questa storia sia di insegnamento per giungere ad un mondo migliore. Riccardo faceva volontariato in parrocchia, era un generoso, una persona aperta al mondo, già grande per certi versi. Qualcosa non ha funzionato, forse aveva paura di deluderci, resta il dolore, le lacrime, il ricordo».

La tragedia

Nella notte tra il 28 e il 29 novembre, al volante della sua Opel Corsa Riccardo, 26 anni, che viveva con la famiglia in via Monferrato, mentre transitava in un tratto di strada rettilineo e all'apparenza senza insidie, improvvisamente ha sterzato verso sinistra invadendo la corsia opposta di marcia. La sua auto a forte velocità ha concluso la sua corsa contro un platano che costeggia la strada. I soccorsi sono stati tempestivi, ma per il ventiseienne i sanitari non hanno potuto far altro che constatare l'avvenuto decesso. E' notizia delle ultime ore che non verrà effettuata sul suo corpo alcuna autopsia. 

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