Morto il brigatista Gallinari: nel ’77 a Padova dopo l’evasione di Treviso
Un episodio lega la storia dell'ex Br mancato stamattina all'età di 63 anni per un probabile infarto: dopo la fuga dal carcere trevigiano si nascose infatti nel capoluogo euganeo per alcuni mesi
Da anni soffriva di cuore il brigatista rosso Prospero Gallinari, trovato morto questa mattina, all'età di 63 anni, dentro la sua utilitaria, nei pressi della sua abitazione a Reggio Emilia. La causa del decesso è probabilmente un infarto che lo ha colto mentre usciva con la sua auto dal garage sotterraneo del palazzo in cui abitava. I funerali non sono ancora stati fissati, bisognerà infatti attendere l’intervento per l’espianto delle cornee che Gallinari donerà.
IL BRIGATISTA IRRIDUCIBILE. Prospero Gallinari è stato considerato per molto tempo l'esecutore materiale dell'uccisione di Moro, secondo le testimonianze di diversi pentiti, nessuno dei quali però ha partecipato alla gestione del covo di via Montalcini a Roma. In un'intervista Mario Moretti si è poi addossato la responsabilità dell'uccisione. Gallinari fa parte degli irriducibili del terrorismo fino al 23 ottobre 1988, quando, senza pentimenti o dissociazioni, firma con altri detenuti un documento che riconosce che "la lotta armata contro lo Stato è finita".
IL PASSAGGIO PER PADOVA. Un episodio lega il brigatista a Padova, quello dell’evasione dal carcere di Treviso, avvenuto domenica 2 gennaio 1977. Un detenuto simula un malore, e con altri nove prigionieri riesce a prendere in ostaggio una decina di guardie. A questi si uniscono altri tre carcerati, che, estratti i coltelli, costringono i secondini a farsi aprire il cancello della sezione. Tra loro c'è anche Prospero Gallinari, arrestato tre anni prima a seguito del sequestro del giudice Mario Sossi. Il venticinquenne brigatista emiliano sale su una Nsu Prinz ferma al semaforo, e dopo una serie rocambolesca di cambi di mezzi di trasporto giunge con due compagni a Padova. Dopo alcuni mesi di soggiorno Prospero torna a Torino.
