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Economia

Imprese: «Meno bonus, più incentivi»

La Responsabile regionale del Dipartimento Commercio di Fratelli d’Italia Veneto, Silvia Carpanese, fa il punto sulla situazione delle piccole medie imprese in un momento tanto delicato per l'economia

«In un momento di crisi congiunturale economica, in cui la Cina è in difficoltà in termini di esportazione e di produzione, la Germania è in recessione, l’Italia mantiene un trend costante e un aumento del PIL pari all’ 1, 3%.  Del resto il governo è all’opera per sostenere le piccole medie imprese, che lamentano ancora notevoli  difficoltà in termini di costi di tassazione, a fronte di un sistema burocratico che appesantisce i processi di  innovazione». Lo afferma la Responsabile regionale del Dipartimento Commercio di Fratelli d’Italia Veneto, Silvia Carpanese.

«Da un’attenta osservazione si vede come ci sia un movimento in controtendenza, rispetto alle difficoltà lamentate dalle piccole medie imprese, nei vari segmenti di mercato, quali i costi di gestione, della materia prima, delle tassazione, ossia il numero delle sedi d’impresa, che di fatto è aumentato nel 2023 pari a 131.083 sedi e che rappresenta oggi il 31% del totale del mercato in Veneto». Allora com’è possibile che i dati, a fronte di nuove chiusure, dimostrino una diminuzione del 2% di sedi attive, chiediamo all'esponente di FdI? «Si questo è un dato che riguarda la fine del 2022 che porta ancora la scia del post Covid, per quanto concerne il mercato all’ingrosso e il commercio al dettaglio, compreso il segmento dei veicoli per il settore della meccanica. Invece in questi due ultimi anni vi è stato un indotto maggiore per il turismo in Veneto e anche nella nostra città di Padova con una complessiva affluenza di 16.000 unità. Certo la logistica ha visto una leggera diminuzione, ma ad esempio il terziario avanzato e il comparto immobiliare in Veneto hanno riscontrato un aumento del 3,6%».

«Se la tassazione è troppo elevata, bisognerà prevedere a livello nazionale oltre alle misure di contenimento del cuneo fiscale con la riduzione di IRPEF, IRAP, IRES già operata dal governo in finanziaria, a mio avviso una sorta di detassazione ulteriore, magari a scaglioni. Ma dico di più, il governo Meloni si sta attivando realmente per sostenere le microimprese indebitate, con un intervento mirato che riguarda i crediti deteriorati, tanto più che già nel 2018 Fratelli d’Italia aveva presentato una proposta di legge in tal senso. Ora in Parlamento sono arrivate più proposte, a fronte dei 279 miliardi di crediti deteriorati detenuti da fondi d’investimento, acquistati dalle Banche. Inoltre il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è al lavoro per promuovere il golden power per le imprese strategiche«. 
La ricetta potrebbe essere quindi, meno bonus e più incentivi: «Sicuramente più incentivi, considerato che il governo stanzierà 8 miliardi, di cui 4 serviranno a finanziare 
il Piano di transizione 5.0 e gli altri 4 miliardi a sostenere le filiere in trasformazione. Ritengo fondamentale  recuperare le microimprese, che sono il nostro fondamentale tessuto produttivo e commerciale a livello nazionale e ancora di più in Veneto, regione che è connotata da questa specificità che la rende del tutto peculiare. Poi sono convinta che tale aspetto abbia anche una ricaduta in termini sociali, ossia per il lavoro non solo delle persone e delle realtà che già vi operano, ma anche in vista di nuove assunzioni, con un 
incremento di lavoratori». Carpanese fa una rifessione anche sulla situazione delle microimprese venete. «Sicuramente noi Veneti ci distinguiamo per l’operosità per cui penso si lavorerà per migliorare e per stare al passo con i tempi, poi questo patto sociale  le imprese e le famiglie italiane, che il Governo attuale ha intrapreso, non può essere tradito o mistificato». 

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