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Cultura Altichiero / Viale Nereo Rocco, 60

Brunori SAS, il musicista oratore che incanta il pubblico di Sherwood con la sua ironia

Il festival dedicato alla musica indipendente organizza un'evento che, nonostante il caldo e un problema tecnico iniziale, riesce a coinvolgere il pubblico in modo davvero unico

Dopo gli ottimi riscontri di pubblico raccolti durante la settimana inaugurale, Sherwood Festival regala agli appassionati della musica indipendente un'altra serata di emozioni, portando sul palco Brunori SAS.

OPENING ACT. Dopo l'apertura affidata alla sorprendente voce di Verano, alias Anna Viganò ed ex de L'officina della camomilla, il main stage accoglie il cantautore cosentino e la sua numerosa quanto insolita band: ben sette artisti sul palco, con ampio spazio dedicato ad archi, fiati e cori per una performance che si rivela sorprendente.

IL TOUR ESTIVO. Brunori era stato a Padova lo scorso marzo nell'ambito di LiberArti, con un incontro-spettacolo in sala dei Giganti per discutere di mafia e di paura, il tema centrale del nuovo album A casa tutto bene (2017), che il musicista sta portando in tour per tutta l'Italia. Per chi ha avuto la fortuna di incontrarlo in precedenza non è una sorpresa, ma l'abilità oratoria di Dario non tarda ad emergere nel corso della serata.

L'ESORDIO INASPETTATO. Sono passate da poco le 22 quando la formazione sale sul main stage con “La verità”, a cui segue – elemento anomalo – una lunga introduzione musicale. Il motivo è presto svelato: un problema tecnico mette in difficoltà gli artisti, ma la verve di Brunori intrattiene il pubblico con battute e considerazioni irriverenti, ironiche e mai banali, grazie a cui il concerto prende le sfumature della performance teatrale.

IL PUBBLICO PROTAGONISTA. Il dato più curioso è la varietà di pubblico che gremisce il piazzale: non soltanto gli immancabili giovani e affezionati del festival, ma anche e soprattutto tantissime famiglie e persone di ogni età, a dimostrare che Sherwood riesce davvero ad essere una manifestazione pensata per accogliere tutti.

LA SCALETTA. Nonostante la breve interruzione lo show riprende a pieno ritmo con i brani del nuovo album, da “L'uomo nero” a “Lamezia Milano”, da “Canzone contro la pura” fino a “La vita liquida”. Si procede poi con un tuffo nel passato: “Come stai” è contenuta in Vol. 1 (2009) e Dario Brunori la dedica al padre scomparso. Poi via di nuovo con un mix di successi passati, con il cantautore impegnato al pianoforte in “Diego e io” e “Arrivederci tristezza”, per poi tornare alle recenti “Kurt Cobain” e “Il costume da torero”.

LA SVOLTA. Il concerto sembra volgere al termine, e Brunori stupisce il pubblico come nessuno avrebbe immaginato: imbraccia la chitarra e, con la band, improvvisa “Back in black” degli AC/DC. La carica è fortissima e scuote una performance partecipatissima, ma che non aveva certo la connotazione di un concerto rock. Provato dal caldo ma sempre più in sintonia con il pubblico, Dario riparte con il repertorio più recente, per poi ripescare “Rosa” da Vol. 2 - Poveri Cristi (2011). Il gruppo esce di scena ma, acclamato dal pubblico, Brunori torna sul palco con il classico “Guardia '82” per poi concludere – stavolta davvero – con “Secondo me”.

LA PERFORMANCE DELLE SORPRESE. Quello di Brunori SAS a Sherwood è stato il concerto che non ti aspetti: per il pubblico, con intere famiglie e generazioni diverse a cantare le stesse canzoni, per il repertorio, con testi riflessivi e scelte strumentali atipiche per la musica indipendente, che sembra una performance da cantare sottovoce ma finisce per far saltare a ritmo la platea, ma soprattutto per Dario stesso. Brunori che sale sul palco del festival in giacca e camicia e poi suona gli AC/DC come un ragazzino scatenato, che si rivela un eccellente e colto oratore anche se lo nega, che prende in girò sé e la sua musica senza farle mai perdere in autenticità, che non si perde in elogi al pubblico, ma che affascina e commuove anche con poche e semplici battute.

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