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Il Consiglio di Stato "restituisce" 37 milioni di euro a Padova

Una querelle giudiziaria lunga più di cinque anni e mezzo, avviata nel 2015 dall’allora sindaco Bitonci e poi portata avanti dalla giunta Giordani

Una sentenza del Consiglio di Stato ha dato definitivamente ragione al comune di Padova in merito alla ripartizione, a livello nazionale, del Fondo di solidarietà comunale relativo al 2015. All’epoca, il governo presieduto da Matteo Renzi aveva riconosciuto invece, alla città del Santo, poco più di sei milioni e mezzo di euro, mentre a Palazzo Moroni spettavano proprio quei quasi 37 milioni e mezzo di euro che ora finalmente saranno a disposizione.

Ricorsi

Una querelle giudiziaria lunga più di cinque anni e mezzo, avviata nel 2015 dall’allora sindaco Massimo Bitonci e che porta nelle casse di Palazzo Moroni circa 37 milioni e mezzo di euro. Un capitale che potrà essere impiegato sia per le spese correnti che per investimenti in nuove opere pubbliche. L’amministrazione Bitonci aveva prima presentato ricorso al Tar del Lazio (vincendolo) e poi mantenuto la propria posizione nell’appello avanzato dal governo al Consiglio di Stato. Una posizione che, negli ultimi quattro anni, è stata strenuamente difesa pure dalla giunta in carica: «Abbiamo deciso di proseguire lungo la linea tracciata da chi c’era prima di noi – ha spiegato il sindaco Sergio Giordani – perché ritenevamo la cosa una battaglia di civiltà e di giustizia per tutelare i soldi di tutti i padovani. Insomma, questi 37 milioni e mezzo di euro rappresentano un vero e proprio tesoretto, che utilizzeremo al meglio per lasciarci finalmente alle spalle la crisi generata dal Covid». L’assessore cittadino all’Avvocatura Civica, Diego Bonavina, ha invece evidenziato: «Si tratta di un risultato importantissimo che certifica la bontà di tutta la nostra squadra legale, guidata dalla caposettore Laura Paglia e in stretto contatto con i colleghi Antonini e Quarneti».

Bitonci

Anche il deputato della Lega Massimo Bitonci, all’epoca sindaco di Padova e promotore del ricorso, ha commentato la vittoria del Comune nei confronti dello Stato in merito alla controversia riguardo il Dpcm del 10 settembre 2015 e la ripartizione del Fondo di solidarietà comunale. «Un’azione - sottolinea Bitonci - che fece da subito scalpore e che, proprio sull’esempio di Padova, fu intrapresa da moltissimi altri Comuni che ora si stanno vedendo riconoscere i rimborsi. Fummo i primi a opporci non solo a parole, impugnando con coraggio il Decreto del Presidente del Consiglio Renzi che rendeva ufficiale questa macroscopica disparità di trattamento e che vedeva Padova tra i Comuni più fortemente penalizzati. Proprio su questa delibera e sull’intero iter fui duramente attaccato dalle opposizioni, in particolare dal Partito Democratico, minacciato di azioni alla Corte dei Conti per danno erariale e “causa temeraria”. Due anni dopo il Tar del Lazio si pronunciò una prima volta dandoci ragione. Era il 2017 e il sindaco Giordani si è trovato, di fatto, costretto a portare avanti un’azione non intrapresa dalla sua amministrazione, ma che aveva ricevuto un parere favorevole ‘pesante’ contro il quale sarebbe stato imbarazzante opporsi. Come ormai i padovani ben sanno, per questa vicenda e per altri progetti importanti che riguardano Padova, questa amministrazione ancora una volta ‘dimentica’ da dove tutto è partito. Per fortuna parlano i fatti e oggi pure autorevoli e inoppugnabili sentenze.  A brindare siano i Padovani, non chi ha osteggiato un ricorso che ha messo in primo piano i loro interessi». 

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