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È nata l’Associazione amici del museo del territorio dei Colli Euganei

L’Associazione – costituitasi con atto notarile il 23 novembre scorso - si occuperà della gestione e valorizzazione del progetto di museo digitale dedicato al territorio dei Colli Euganei

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Riceviamo e pubblichiamo: 

"«Il Museo digitale che trova ospitalità al seguente indirizzo nella rete internet www.museodelterritoriodeicollieuganei.it si propone di raccogliere, custodire e presentare documenti, testimonianze, saperi, ricordi, memorie relative al territorio nel senso più ampio, quindi con riferimento ad ogni ambito dell’esperienza umana, per quanto possibile.

Per realizzare questa mission il Museo si presente come un sito Internet (ma preferiamo parlare di uno spazio di comunicazione o una agorà digitale) dove ci si può incontrare, condividere le memorie, le letture, le conoscenze. Una piazza sempre aperta e sempre disponibile ad accogliere altre esperienze, altre testimonianze, altre indicazioni. Una piazza in cui acquisire la consapevolezza critica della propria identità e della propria storia, indagando e occupandosi della “molteplicità” di elementi che costituiscono un territorio e definendo come ambito di indagine l’area dei Colli Euganei, che costituisce un unicum in senso ambientale, culturale e antropologico.

Il Museo del territorio dei Colli Euganei è un’idea, un progetto, una sfida. Non aspettatevi uno spazio definito e concluso, piuttosto un cantiere in continuo modellarsi, un lavoro in fieri senza pause. Le pagine che non sono ancora attive consideratele indicazioni di un sentiero che sarà a breve intrapreso. Non è un museo fisico ma cavalca la straordinaria potenzialità di internet.

Nasce nel clima dell’amicizia tra alcune persone che hanno voluto condividere l’idea di realizzare un luogo dove raccogliere, custodire, diffondere testimonianze relative alle tradizioni, le memorie, i saperi, le consuetudini, i comportamenti, le visioni, l’immaginario di un territorio, quello dei Colli Euganei, che vanta aspetti ambientali, culturali, economici e sociali a dir poco unici.

È un museo che si occupa del recupero e della conservazione delle radici ma non certo per stabilire dei confini o delle esclusioni ma per salvaguardare quel bagaglio inestimabile che costituisce la nostra ricchezza, un patrimonio con il quale aprirsi al confronto con la diversità del mondo altro.

È un museo che, pur rivolto al passato non vuole seppellirvisi, quanto piuttosto trovare nel passato spunti, stimoli e valori che ci sostengano nell’affrontare le sfide dell’oggi. Anche per questo interviene sul tema angosciante della violenza contro le donne – presentando un documento archivistico riferito all’anno 1797 dove si espone il caso giudiziario della giovane bracciante di Boccon, Anna Nizara nubile ma gravida, indotta ad uccidere la propria figlioletta appena nata, per timore dell’infamia sociale. Come uscire da questa barbarie? E’ semplice: basta portare a compimento il percorso formativo che ci induce alla cura per l’essere che ci è dato (il nostro, l’altrui e il corpo stesso del mondo) e non nella dimensione del dominio. Noi cominciamo dalla cura per la memoria storica, patrimonio del nostro futuro».

Sergio Giorato

Alcune dichiarazioni dei soci fondatori

… questo museo, è l’antitesi di quanto il termine stesso porta con sé: non è una raccolta statica, antica, polverosa, buona per anziani studiosi e giovani studentelli. È si una raccolta – certo - ma vivace, aperta, dinamica, vorrei aggiungere democratica: un repertorio strutturato di documenti e fonti utili alla conoscenza che coniuga la competenza degli autori con la curiosità intelligente di chi vuole e sa esplorare le nuove dimensioni offerte dalla tecnologia.

(Alberta Angelini, già Preside del Liceo Scientifico Statale “Enrico Fermi” di Padova)

Ho vissuto a Venezia i primi vent’anni della mia vita. Negli altri venti sono stato cittadino del mondo, poi varie vicissitudini mi hanno portato sui Colli Euganei. ...

Il Museo del Territorio dei Colli Euganei è uno strumento moderno adatto ad accrescere l’interesse e l’amore per questi luoghi promuovendone un ulteriore sano sviluppo. La consultazione del sito è davvero coinvolgente e ogni notizia stimola nuove curiosità …

(Giuseppe Dodi, già Professore Associato di Chirurgia Generale presso la Clinica Chirurgica 2a, Dipartimento di Scienze Chirurgiche a Oncologiche, Università degli Studi di Padova, cittadino di Teolo)

Il progetto mi ha colpito per l’accuratezza delle informazioni che offre...

(Franco Lovato, nato a Teolo, cittadino di Abano Terme)

Raccogliere testimonianze e preservare la memoria, costituisce la mission del progetto ma l’identità e le radici che si vogliono custodire non sono quelle che dividono ma quelle che si aprono al confronto e all’integrazione.

(Sergio Giorato, già professore di Filosofia e Storia presso il Liceo Scientifico Statale “Enrico Fermi” di Padova, cittadino di Teolo)

… rappresenta per me un progetto culturale di grande impatto, costituendo il connubio tra la ricchezza di un territorio rurale, il mio territorio di origine, e la potenza della digitalizzazione. Questo portale costituisce un accesso ad un tesoro sommerso di informazioni, dalle radici storiche alle tradizioni culinarie, dall’arte ai paesaggi naturalistici, rompendo la barriera del tempo e mirando a preservare il patrimonio dei Colli Euganei...

(Anna Dodi, Laureanda in Ingegneria Gestionale presso il Politecnico di Milano e cittadina di Teolo)

Teolo e i Colli Euganei, territorio meraviglioso quanto unico, dove la storia incontra cultura e tradizioni popolari da secoli, dove è ricorrente incontrare eccellenze che ne valorizzano e promuovono i vari aspetti. Credo che questo contenitore si inserirà tra queste eccellenze e contribuirà certamente a dar voce a ricordi racconti e documenti per accrescere la conoscenza della nostra storia.

(Daniele Formaggio, già Capo Gabinetto del Sindaco presso il Comune di Padova, per molti mandati Consigliere comunale presso il Comune di Teolo e Garante per il Museo “Dino Formaggio” di arte contemporanea)

È strutturato, organizzato, coordinato come un museo, ma è ricco più che di materiali in senso stretto, di contenuti che possono essere ulteriormente incrementati, approfonditi, ampliati. … Insomma mi pare proprio una bella pensata, oltre che una bella opportunità per tutti!

(Maria Antonietta Marescotti, già Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Teolo)

Alcune domande

Perché un museo digitale?

Un Museo digitale offre il grande vantaggio della plasticità e duttilità. L’assenza di fisicità - se per molti aspetti rappresenta un limite - ha il grande vantaggio della limitazione dei costi. Si avvale al meglio la “democraticità” del medium digitale che consente a tutti di vedere, sapere, consultare e conoscere. Ma soprattutto, la veste digitale consente un’agile e periodica riconfigurazione dei materiali, rendendo estremamente facile implementare e ristrutturare i contenuti.

In cosa si differenzia il sito museale rispetto ai molti siti dedicati ai Colli Euganei?

Si differenzia per essere sostenuto dalla più ampia e articolata bibliografia sul territorio dei Colli, consistente in circa 5mila titoli, articolati in 540 schede bibliografiche. Per adottare un approccio scientifico, in secondo luogo. Nel senso che le affermazioni e le informazione vengono supportate dall’indicazione delle fonti da cui sono tratte o a cui si riferiscono. Per non ospitare pubblicità, in terzo luogo.

Quale approccio storiografico adotta il Museo?

La storia che si vuole esporre è la storia della gente, degli uomini comuni, dei fatti modesti, delle piccole vicende, dei fatti domestici, dei microeventi destinati a non lasciare tracce. Quella storia che viene dal basso, che espone lo scrigno autentico del vissuto, che indaga le motivazioni, le visioni, le attese, le prospettive del quotidiano e che non sono meno importanti dei fatti e degli eventi che siamo indotti, per consuetudini e per formazione, a considerare storici tout court. Facendo emergere questi protagonisti nelle testimonianze orali ma anche nei frammenti che talvolta si riesce a individuare nelle fonti tradizionali o nelle rappresentazioni letterarie.

C’è una specificità del Museo? Qual è la cifra, l’originalità che lo caratterizza?

Posto che i Musei sono spazi della comunicazione in cui un oggetto, sottratto alla sua dimensione nella funzione quotidiana, diviene simbolo di un valore, di un’idea, per comunicare un mondo, una visione, si può dire che questo museo digitale adotta come proprio punto focale la dimensione del vissuto. Si pone cioè come un museo delle esperienze, del vissuto, dei diversi ambiti ed aspetti della cultura materiale. E anche quando si occupa di testimonianze letterarie, viaggi, documenti d’archivio, il focus è sempre centrato sull’emergere dell’uomo, degli orizzonti della sua quotidianità.

Il Museo ha una dimensione sociale e politica?

Nel senso ampio e generale di politica come partecipazione alle problematicità del tempo presente nella comunità, senz’altro sì. L’azione del Museo, dunque, non solo è vocata ad occuparsi del passato, per far emergere episodi, aneddoti, curiosità, ma intende scavare nelle dimensioni del passato allo scopo di trovare risposte e stimoli per il tempo presente.

Il Museo adotta un metodo espositivo ?

Si potrebbe definire il metodo Vincent, traendo spunto dall’opera di Van Gogh. Come la pittura di Van Gogh dà luogo ad immagini complessive in seguito all’accostamento di piccoli frammenti di colore, così il Museo occupandosi e proponendo storie individuali e singolari dà luogo nel complesso ad un’immagine generale della problematicità del territorio nel suo insieme.

Il Museo è privato?

Certamente il Museo è e vuole restare nell’ambito dell’iniziativa privata. Si pone nella dimensione della libera iniziativa culturale, indipendente da funzioni assegnate dal pubblico, come da appartenenze ideali o a scopi mirati di risultanze economiche."

Foto articolo da comunicato stampa

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