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Calcio Padova, attento a quei 3! Le parole della giornata di Toldo, Beccaro e Montrone

Sono i ragazzi del momento in casa Padova, i tre Andrea: Beccaro, Montrone e Toldo

I tre Andrea dal campo al microfono. Nel pomeriggio uggioso padovano, ecco le voci di Beccaro, Montrone e Toldo prima dell'allenamento. Il BMT, un tridente che insieme al compagno di reparto Degbe, promette scintille. Si parte in rigoroso ordine alfabetico, con Andrea Beccaro. Dalla Nativitas fino all'esordio all'Euganeo: «Durante la rifinitura di lunedì ho scoperto che avrei esordito in Coppa Italia: potete immaginare l'emozione, davvero forte, anche perché fino a qualche anno fa ero un raccattapalle dell'Euganeo. Come è iniziata la mia carriera? Alla Nativitas, squadra di una quartiere, poi sono arrivato al Padova prestissimo a 9 anni. Sino a questo momento é stato un bel percorso. Il mio ruolo è l’attaccante, mio fratello Alessandro è sempre stata una grande fonte d'ispirazione perché giocava in quella posizione. Mio padre ha giocato a calcio ma non è riuscito a fare carriera a causa di tanti infortuni, al tempo stesso mi supporta sempre, dandomi tantissimi consigli. A fine partita parlo sempre con lui e mi ricorda di scendere in campo con cattiveria e voglia. Dove devo migliorare? Nel terzo finale, alcune volte mi manca l’ultima giocata o sono frenetico, devo lavorare su questo aspetto. L'idolo è Lautaro Martinez. Mister Rossettini è prodigo di molti consigli e ci fa arrivare alla partita super concentrati. Torrente ci ha parlato il giorno prima della partita e ci ha detto di restare tranquilli senza paura. Come Primavera puntiamo ad una salvezza tranquilla. Al momento siamo terzi e stiamo facendo bene. Il giocatore che mi ha fatto da fratello maggiore con i grandi? De Marchi mi ha preso prima della gara e mi ha detto di stargli vicino durante la gara, mi ha aiutato molto ma anche tutto il resto della squadra. Sabato con chi saremo? Con la primavera!».

Chi ha assaggiato ancora di più la prima squadra è Andrea Montrone, ragazzo con le idee chiare e la parlantina svelta: «Esordire a Vicenza è stato pazzesco, emozione incredibile. Sento di averla gestita bene, perché sentivo molto fiducia di mister Torrente e i miei compagni mi aiutavano molto. Come inizia la mia carriera? Ad Abano e poi sono passato in biancoscudato. Per quanto riguarda il mio ruolo preferito, posso dire sicuramente l'attaccante. Papà mi ha trasmesso la passione per il ruolo e spesso vado a rivedermi i suoi video di quando giocava. Devo dire che c’era un’atmosfera bellissima in quegli anni. I suoi consigli riguardano prettamente aspetti tecnici, mentre il mio obiettivo per il futuroè quello di far parlare di me, senza continuare ad essere citato come "figlio di..". Mi ispiro molto a Romelu Lukaku. So che devo migliorare sotto il punto di vista tecnico, anche per tra primavera e prima squadra, cambiano un po' di cose. Con i grande c'è un intensità e un ritmo di gioco diversi, anche se l'aspetto che fa la differenza è soprattutto la tecnica. Rossettini con le sue 300 partite in serie A è sempre disponibile a darci consigli per migliorare, Torrente prima delle partite ci dice sempre di stare tranquilli e di mostrare la nostra personalità. Al momento frequento la quarta superiore al Leon Battista Alberti, liceo scientifico di Abano e in futuro mi piacerebbe proseguire gli studi di fisioterapia, anche se dovessi fare il calciatore. I più grandi in queste settimane sono sempre stati di grande aiuto, soprattutto gli attaccanti come Bortolussi, Liguori e De Marchi, ma anche lo stesso Radrezza».

Infine Andrea Toldo, da Milano a Padova via Vicenza, il percorso inverso del papà Francesco tanti anni fa: «È stata una grossa emozione l'Euganeo, avevo tanta voglia di debuttare, fare bene e mettere in mostra le mie doti. Ho iniziato in una squadra parrocchiale di Milano e poi mi sono trasferito alla Pro Sesto. Dopo sei mesi a Vicenza, quest'estate sono arrivato al Padova, luogo a cui sono legatissimo a livello famigliare e in cui mi trovo benissimo. Papà? Per me è un idolo. A lui non piace parlare di me nelle interviste, perché vuole i giusti spazi e fa bene. Lui aveva un ruolo diverso e questo mi aiuto, perché mi sgrava da qualche pressione. I suoi consigli sono molto semplici e al tempo stesso corretti: divertirmi e impegnarmi, sempre. Ho scelto di fare l'attaccante perché è la rockstar della squadra, è bellissimo fare gol. Dove devo migliore? Sono mancino e vorrei usare il destro anche per calciare, oltre che per scendere dall'autobus! Modello? Ti dico Lautaro in questo momento. Rossettini è come un padre per la squadra, perché ci dá molti consigli. Torrente ha invece un carattere diverso, forse più forte nel rapportarsi. Con chi ho legato della prima squadra? Capelli perché lo conoscevo già da Sesto, con lui mi confronto molto».

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