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Lunedì, 29 Aprile 2024
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«Continuate a contattarci, le cure non possono attendere»: l'appello dello Iov ai pazienti

Punto stampa dell'Istituto Oncologico Veneto: «Bisogna avere fiducia, è necessario che la diagnosi venga fatta con priorità, senza timore di accedere alle strutture sanitarie, perché dalla diagnosi precoce dipende il percorso che il nostro utente avrà»

Punto stampa dello Iov - Istituto Oncologico Veneto per un aggiornamento sull'andamento della pandemia.

Giorgio Roberti

Giorgio Roberti, direttore generale Iov: «I lavori di ristrutturazione della zona sud, dove c’è oggi l’entrata del triage al Busonera si concluderanno intorno al 15 dicembre. Come promesso abbiamo esteso l’orario del triage. Dal lunedi al venerdì dalle 6,30 alle 20. Il sabato e la domenica dalle 7 alle 18. Un controllo ancora più serrato per proteggere i nostri pazienti e far sì che si possa accedere alla struttura senza particolari problemi. Continuiamo poi a mantenere le misure messe in atto fin dall’inizio della pandemia, che vanno dalle limitazioni agli ingressi al comportamento dei singoli. Sono garantite le prestazioni oncologiche sia per quanto riguarda le diagnosi, che le cure e i controlli. Invito i pazienti a continuare ad accedere alla struttura, o in presenza o per via telematica, perché è fondamentale che non ci siano ritardi nelle diagnosi o nelle effettuazione delle cure. I pazienti si devono aspettare un miglioramento. Siamo passati dalla tenda della protezione civile, che abbiamo dismesso indicativamente a settembre con una struttura prefabbricata. Ora stiamo concludendo i lavori per una ristrutturazione di una camera calda per l’arrivo delle ambulanze e la possibilità di portare il paziente direttamente all’interno dell’ospedale. E sarà predisposto inoltre un accesso specifico nei locali ristrutturati per il triage. L’attività continua e noi siamo qui per garantire la continuità di cura ai pazienti. È importante che ci siano le diagnosi precoci per poter intercettare eventuali problemi e erogare le cure del caso. Noi invitiamo a contattare l’Istituto con serenità. Siamo tranquilli, abbiamo la situazione sotto controllo e ogni misura messa in atto è a tutela dei pazienti».

Maria Giuseppina Bonavina

Maria Giuseppina Bonavina, direttore sanitario Iov: «I nostri utenti devono essere tranquilli, l’accesso alla struttura è governato. Allo Iov si accede solo attraverso il triage, 15 minuti prima dell’orario della prestazione. Rimane ovviamente in vigore l’obbligo della mascherina, l’igiene delle mani, il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro e la permanenza al minino in spazi ristretti. Gli accessi ai reparti di degenza sono tenuti sotto controllo, con la finalità di dare garanzie agli utenti. Abbiamo anche un monitoraggio attento nella gestione dei tamponi. Tutti i nostri pazienti accedono alla nostra struttura per ricovero con un tampone che viene effettuato almeno 24 o 48 ore prima dell’accesso. Il nostro personale è monitorato ogni 20 giorni, fatto salvo le situazioni particolari riconducibili a contatti stretti. Per tranquillità di tutti, il nostro personale è stato invitato a condividere con lo Iov anche contatti stretti che potrebbero verificarsi al di fuori della struttura. Ciò ci ha consentito di governare bene la situazione, tanto che ad oggi abbiamo otto casi di positività nella sede di Castelfranco Veneto e altri otto casi di positività nella sede di Padova su un totale di 1.200 dipendenti. Si tratta di casi a macchia di leopardo, che non danno adito a pensare alla presenza di focolai all’interno dell’ospedale. Nella prima ondata sono state sospese le attività legate all’ambulatorio di dermatologia dei melanomi e delle patologie cutanee sono state rinviate circa 600 prestazioni. Tutte recuperate entro il mese di agosto di quest’anno. Questa volta l’unica attività sospesa è stata quella libera professionale dei medici. Tutte le richieste di visite che erano riconducibili ad un’urgenza, sono state effettuate comunque in regime ordinario del sistema sanitario regionale. Abbiamo avuto qualche paziente che, per paura, ha rinunciato ad una prestazione ma si tratta di casi sporadici. Bisogna avere fiducia, è necessario che la diagnosi venga fatta con priorità, senza timore di accedere alle strutture sanitarie, perché  dalla diagnosi precoce dipende il percorso che il nostro utente avrà. Lo screening giovani donne effettuato dalla Radiologia senologica in questa fase è attivo. Non mi sento di dire che la situazione è facile, per operatori e utenti il periodo è difficile perché sono passati ormai dieci mesi e siamo tutti un po’ stanchi. Dobbiamo essere fiduciosi. Il nostro personale ce la sta mettendo tutta. Pur non avendo casi di pazienti Covid all’interno dello Iov, la gestione non è semplice».

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