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Gli agricoltori padovani presidiano il valico del Brennero: «Il Made in Italy è sotto attacco»

Gli agricoltori della Coldiretti, guidati dal presidente Ettore Prandini, verificheranno il contenuto di tir, camion frigo e autobotti con la collaborazione determinante delle forze dell'ordine

Per fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani, che mettono a rischio la salute dei cittadini ed il futuro dell’agroalimentare tricolore, migliaia di agricoltori della Coldiretti da tutte le regioni sono pronti a lasciare le proprie aziende per andare a presidiare il valico del Brennero e smascherare il "Fake in Italy" a tavola.

Brennero

Dalla provincia di Padova partirà su più pullman una nutrita delegazione, guidata dal presidente Roberto Lorin e dal direttore Giovanni Roncalli, che raggiungerà la frontiera per manifestare contro una situazione definita da Coldiretti «scandalosa». L'appuntamento è per lunedì 8 e martedì 9 aprile, a partire dalle prime ore delle mattinate, nell'area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell'autostrada del Brennero in direzione sud (Austria-Italia). Gli agricoltori della Coldiretti, guidati dal presidente Ettore Prandini, verificheranno il contenuto di tir, camion frigo e autobotti con la collaborazione determinante delle forze dell'ordine. Un'azione resa necessaria dagli arrivi incontrollati di alimenti dall’estero che spesso non rispettano le stesse regole di quelli nazionali e fanno così concorrenza sleale alle produzioni italiane facendo crollare i prezzi pagati agli agricoltori.

Coldiretti Padova

Afferma Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova: «Vogliamo fermare l'invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani, che mettono a rischio la salute dei cittadini. Dopo essere stati due volte a Bruxelles con i nostri agricoltori, torniamo al Brennero dopo qualche anno per dare un segnale all'Europa e agli europarlamentari italiani. Il punto centrale verte sul concetto della reciprocità, non vogliamo che vengano introdotti in Italia prodotti esteri per i quali vigono regolamentazioni diverse; non può entrare dall'estero un prodotto nel quale viene utilizzato, perché parliamo di concorrenza sleale, senza contare la mancanza di trasparenza nei confronti dei consumatori. Chiediamo che venga stabilito un concetto di reciprocità, e che prodotti esteri non vengano spacciati per italiani. E’ una situazione inaccettabile per i nostri imprenditori agricoli che investono invece sull’origine dei prodotti, sulla qualità, sulla sicurezza alimentare e il legame con il territorio. A questo si aggiunge lo scandalo dei prezzi riconosciti agli agricoltori: pochi spiccioli, una manciata di centesimi che si trasformano in euro sborsati dai cittadini consumatori. Ma agli agricoltori non resta nemmeno il necessario per coprire le spese. Abbiamo calcolato che per ogni euro pagato al dettaglio agli agricoltori restano circa 15 centesimi, così non va proprio».

Grano

In questo momento, al centro del dibattito c'è anche la questione del grano russo, che secondo Coldiretti Padova avrebbe messo in crisi il mercato italiano. «Ormai - prosegue Lorin - le materie prime alimentari sono diventate delle armi politiche. È stata immessa in Italia una grandissima quantità di grano, che ha sostanzialmente affossato il mercato: il grano è stato prodotto durante l'estate, con costi alti, mentre ora il prezzo è crollato e questo mette in difficoltà economica gli agricoltori. Si tratta di grano in parte ucraino ma soprattutto russo, che arriva in Europa tramite triangolazioni per aggirare il discorso delle sanzioni. Anche in questo caso chiediamo che ci sia più vigilanza, e che vengano immessi dei dazi per poter salvaguardare i produttori italiani. Si tratta di speculazioni al ribasso, che vengono utilizzate per mettere in difficoltà l'economia del Paese».

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