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Ultimo giorno di saldi, Ascom: «Stagione poco brillante»

Ovviamente la crisi e la preparazione ad una stagione autunnale complessa ha fatto finire gli sconti in secondo piano

Oggi 31 agosto va in archivio la stagione dei saldi estivi 2022. Le famiglie fanno fatica e i numeri non sono buoni. «Non particolarmente brillante – commenta Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Ascom Confcommercio Padova e vicepresidente nazionale di Federmoda – anche se, dopo il -10% fatto segnare a luglio, ad agosto l'andamento dei saldi estivi è stato in linea con quello del 2021». Un po’ merito del turismo, un po’ il timore degli aumenti hanno fatto sì che l’ultima tratta del periodo dei saldi riequilibrasse un tantino la situazione.

Abbigliamento

«Va detto – continua Capitanio - che il settore dell'abbigliamento, a differenza di altri, non ha ancora visto una corsa al rialzo dei prezzi nonostante le bollette “monstre” siano arrivate anche a noi. Nei negozi del comparto non c'è stato un aumento dei prezzi e con i saldi il consumatore ha potuto acquistare a prezzi decisamente contenuti. Va da sé che in futuro sarà molto difficile continuare a proporre merce a queste condizioni e la nostra più grande preoccupazione è che nelle prossime settimane l’avvio della stagione autunno-inverno venga limitata da costi che non sono accettati dal consumatore perché troppo alti. Per questo sono necessari interventi da parte del governo non solo sulle bollette ma anche sul cuneo fiscale per dare più soldi ai lavoratori (che quindi significa dare più risorse alle famiglie dei consumatori) ma anche sull'Iva per contenere i prezzi al consumo e male non farebbe intervenire ancora sugli affitti con il credito di imposta. Un po’ quello che si era fatto nella stagione più dura del Covid».

Cos'hanno comprato i padovani

All’Ascom hanno sondato un campione rappresentativo dei negozi del comparto ed il risultato, suddiviso tra donne e uomini, è alquanto interessante. Partiamo dalle donne che nel 21% dei casi hanno privilegiato l’acquisto dell’abito. A seguire, il pantalone lungo ha raccolto il 14% degli acquisti, il 12% camicie e top-canottiere, il 5% le giacche, il 4,5% le maglie, ed il 4% le t-shirt, i cardigan e i piccoli accessori: Con percentuali più basse gli imbottiti corti, le gonne, i pantaloni in denim, le tute salopette, le giacche in jersey, le borse e i body-top. Passiamo agli uomini che in saldo hanno comprato soprattutto t-shirt (18%), quindi bermuda (17%), polo (15%), pantaloni (12%) e calzature (10%). Sotto la soglia della doppia cifra le camicie (9%), gli abiti completi (7%), i jeans (4%) e le maglie (3%). Ancora più sotto i costumi da mare, le felpe, le giacche e i giubbotti.

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