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Domenica, 28 Aprile 2024
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In Forcellini l'iniziativa dei cardiologi per prevenire disturbi cardiovascolari

«Ci sono tutta una serie di semplici esami di primo livello come l’esame del sangue, un ecg, l’esame delle carotidi e una prova da sforzo – spiegano i professori Varano e Vescovo – che permettono al cardiologo di inquadrare la situazione e, nel caso, passare a approfondimenti di secondo livello»

Bastano 30 minuti al giorno di attività fisica moderata, come una passeggiata o un giro in bici, aiutano a prevenire problemi di natura cardiovascolare. Se aggiungiamo 20 minuti di esercizi aerobici, fatti dalle tre alle cinque volte alla settimana, uniamo un ulteriore elemento importante in termini di prevenzione. Nella stragrande maggioranza delle patologie cardiovascolari sono presenti importanti differenze tra uomini e donne per quanto riguarda l’incidenza, le manifestazioni cliniche e gli effetti delle diverse terapie.

Queste differenze sono legate soprattutto a fattori biologici: una diversa espressione genica nei due sessi e le differenze ormonali condizionano, infatti, il funzionamento del sistema cardiovascolare fino alla menopausa per la donna. Le donne statisticamente e storicamente dunque vanno incontro a questi problemi più avanti nel corso dell’età. I fattori di tipo ambientale, come l’aumento dei livelli di stress, stanno però cambiando questo paradigma medico-scientifico. Rispetto al passato infatti i cosiddetti fattori di rischio emergenti stanno portando le donne ad andare incontro più frequentemente a problemi di tipo cardiocircolatorio.

Di questi temi si è parlato durante l’iniziativa “Cuore di donna: prevenzione delle patologie cardiovascolari”, organizzata nel punto prelievi di via Forcellini da Synlab Datamedica, con il cardiologi dottor Gianfranco Varano e dottor Giorgio Vescovo. «È di fondamentale importanza, sia nel sesso femminile sia in quello maschile, adottare un corretto stile di vita, utile a tenere sotto controllo i fattori di rischio cardiovascolare e diminuire la possibilità di incorrere in un infarto – affermano i professionisti - Innanzitutto è necessario un regolare controllo della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. In assenza di sintomi o campanelli d’allarme è opportuno per le donne che superano i 40 anni di età essere pienamente consapevoli del profilo di rischio cardiovascolare».

I medici hanno spiegato che «un controllo cardiologico specialistico è soprattutto indicato quando compaiono sintomi che potrebbero essere spia di un problema cardiaco quali dolore al petto, palpitazioni, sensazione di fiato corto, svenimenti. Si presentano in forma diversa dai maschi e spesso le donne li sottovalutano e ritardano l’accesso all’ospedale per diagnosi e cura con un tasso di ospedalizzazione da noi per patologie cardiovascolari quasi doppio negli uomini rispetto alle donne». Attenzione poi ai fattori rischio emergenti, tra cui diabete gestazionale, eclampsia, menopausa precoce, depressione, stress, patologie ginecologiche (endometriosi, poliabortività, ovaio policistico), malattie autoimmuni, le terapie per la cura dei tumori e i fattori protrombotici. «Ci sono tutta una serie di semplici esami di primo livello come l’esame del sangue, un ecg, l’esame delle carotidi e una prova da sforzo – concludono Varano e Vescovo – che permettono al cardiologo di inquadrare la situazione e, nel caso, passare a approfondimenti di secondo livello».

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