rotate-mobile
Attualità

L’aumento record dei costi energetici “spegne” le serre

In provincia di Padova sono 450 le aziende florovivaistiche. Laura Girotto di Anguillara Veneta: «Preoccupati per le produzioni primaverili»

«L’aumento record dei costi energetici “spegne” le serre e mette a rischio il futuro di alcune delle produzioni più tipiche del florovivaismo padovano come tra gli altri il ciclamino, il lilium o il ranuncolo. Dopo le gravi difficoltà sofferte dall’intero settore con l’emergenza Covid, dal periodo più duro del lockdown che aveva azzerato le entrate per mesi fino alle incertezze delle successive restrizioni, ora a pesare è l’impennata dei costi energetici». E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Padova sul caro bollette che ha un doppio effetto negativo perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con nel periodo più freddo dell’ano.

Produzione

A risentirne è il florovivaismo, comparto che a Padova conta quasi 450 aziende su un totale veneto di circa 1.500, circa 740 ettari dedicati alla produzione, tra serre e vivai a pieno campo. Nonostante il calo strutturale delle imprese il florovivaismo veneto, il cui valore è di circa 210 milioni di euro con un patrimonio di 1,5 miliardi di piantine, aveva saputo riprendersi dal calo imposto dalle restrizioni Covid, adattando anche l’organizzazione aziendale alla vendita on line con maggiori servizi di consegna a domicilio. In provincia di Padova, dove il florovivaismo è diffuso nel distretto di Saonara, in cui si contano ben 70 aziende, come in diversi centri della Bassa Padovana, le circa  450 aziende attive fatturano poco meno di 70 milioni di euro. Ora, spiega Coldiretti Padova, in attesa di tirare le somme del 2021, un anno segnato comunque da una flessione dovuta anche alle condizioni climatiche non sempre favorevoli, a pesare è la crisi energetica.

Impennata

Silvia Laura Girotto è titolare con i fratelli dell’azienda “Sle Fiori” ad Aguillara Veneta e guarda preoccupata alla situazione attuale: «L’impennata del costo dell’energia elettrica e del gas si fa sentire sulle nostre attività. Aumentano non solo i costi per il riscaldamento delle serre ma anche quelli delle lavorazioni in vivaio, per l’approvvigionamento di fertilizzanti e concimi, fino agli imballaggi e ai vasi per i fiori. Siamo preoccupati per la produzione primaverile, mettendo a rischio anche le eccellenze e i prodotti più richiesti,come i ciclamini, i lilium o il ranuncolo. L’alternativa di aumentare i prezzi crea ulteriori problemi perché si ripercuote sui cittadini consumatori, già alle prese con un minore potere di acquisto proprio a causa degli aumenti delle bollette di luce e gas».

Energia

«Il costo dell’energia si riflette in tutta la filiera agroalimentare – aggiunge Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione, la distribuzione ed i trasporti. Di fronte ad una emergenza senza precedenti serve  responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole, serre, allevamenti e produzioni”. Per le operazioni colturali gli agricoltori, ricorda Coldiretti sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%. Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%). L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Il rincaro dell’energia si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L’aumento record dei costi energetici “spegne” le serre

PadovaOggi è in caricamento