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Ucciso dalla mafia per uno scambio di persona: Padova dedica un giardino a Matteo Toffanin

I fatti risalgono al 3 maggio 1992 in via Tassoni. Un omicidio commesso da parte di due killer vicini alla criminalità organizzata, che colpirono l’automobile del giovane con armi d’assalto

Nel marzo 2022 il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità una mozione per l’intitolazione di uno spazio cittadino a Matteo Toffanin, vittima innocente di mafia. Raccogliendo le sensibilità emerse nel territorio, si è deciso di dedicare a Matteo un luogo a due passi dalla strada in cui avvenne l’omicidio, l’area verde di via Tassoni. Un Parco che negli ultimi anni è stato teatro di iniziative sul tema, in particolare decine di ragazze e ragazzi l’hanno animato con i campi estivi di Libera contro le mafie, portando colore e nuove radici nelle fioriere del parchetto, realizzando due murales che parlano di Matteo.

La storia

La morte di Toffanin, avvenuta a Padova il 3 maggio 1992 proprio in via Tassoni, fu dovuta ad uno scambio di persona, commesso da parte di due killer vicini alla criminalità organizzata, che colpirono l’automobile del giovane con armi d’assalto. Nell’attentato, fu colpita con Matteo anche Cristina Marcadella, che da ormai sette anni porta avanti un coraggioso esempio di memoria e impegno civile, battendosi insieme a Libera e all’associazione culturale Filotekne, ma anche a tante e tanti cittadini che ormai hanno fatto propria la storia di Matteo Toffanin. Matteo Toffanin è presente nell’elenco delle vittime innocenti di mafia dal 2019, l’anno in cui la marcia della Giornata della Memoria e dell’Impegno si tenne proprio a Padova, con la partecipazione di cinquantamila persone.

Il giardino

L’intitolazione del Giardino si inserisce proprio nel cammino verso il 21 marzo, Giornata della Memoria e dell’Impegno che quest’anno vedrà l’organizzazione della marcia a Roma, con lo slogan “Roma città libera”. Un omaggio all’opera di neorealismo “Roma città aperta” che parla di resistenza e della lotta per la libertà. In questi anni, alla memoria di Matteo sono stati intitolati un presidio dell’associazione Libera, gestito e animato dall’Istituto Valle del quartiere Arcella, del quale questa mattina erano presenti molti studenti, ma anche un fumetto, “Matteo Toffanin. Quanto può crescere una quercia?” degli autori Antonio Massariolo e Giorgio Romagnoni. Un’opera che racconta cosa è avvenuto il 3 maggio 1992, ma anche tutto ciò che è venuto dopo dall’impegno collettivo. Infine, con il 2023 ha calcato le scene per la prima volta anche lo spettacolo teatrale “In fondo al buio”, scritto e diretto da Michele Angrisani, con Giulia Briata nella parte di Cristina Marcadella, che ripercorre la storia di Matteo Toffanin, e la propria storia. Tanti modi di raccontare una storia che per troppo tempo, oltre due decenni, è rimasta silente per la città di Padova.

La voce di Cristina

Cristina Marcadella ha concluso così la cerimonia: «Io spero e mi auguro che questo luogo possa diventare un punto di riferimento per tenere viva la memoria di Matteo e per fare sì che non torni più quel buio nella quale è rimasta per troppi anni. Ringrazio le associazioni, gli amici, i parenti che mi sono accanto nel raggiungere questi nuovi obiettivi nel ricordo di Matteo e delle vittime innocenti delle mafie. Per noi familiari, per la mia famiglie e la famiglia di Matteo, è un ulteriore grande giornata, perché l’intitolazione di questo Giardino a pochi metri da dove Matteo è stato ucciso, significa anche renderli giustizia. Essere davanti alle scuole, significa consegnare la vicenda di Matteo ai ragazzi, perché la facciano loro. Mi rifaccio alle parole di Paolo Borsellino che diceva, parlate della mafia, parlatene alla radio, alla televisione, sui giornali, però parlatene. Oggi più che mai è necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano, è forse l’unico modo per sperare che omicidi come quello di Matteo non si ripetano. Come ha detto Liliana Segre, coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta in un mondo così pieno di ingiustizie e sofferenze a ricordare  che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare».

Libera

Vittoria De Lutiis, referente provinciale Libera Padova commenta: «L’intitolazione del Giardino Matteo Toffanin è molto più che un gesto simbolico, è la prova tangibile che la sua memoria è sempre vivida e presente per chi lo ha conosciuto, ma anche per chi non ha avuto la possibilità di incontrarlo, e comunque lo ritiene ‘uno di noi’. Non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per un impegno sempre maggiore. Così la memoria delle vittime innocenti non è pura commemorazione, ma un impegno che prendiamo ogni giorno, in nome di tutte le vittime innocenti delle mafie, nel rispetto del loro ricordo e del bisogno di verità e giustizia. Per Matteo Toffanin stiamo ancora aspettando, il processo si è riaperto da poco e continueremo a chiedere giustizia anche per lui».

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