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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Frutta e verdura, prezzi aumentati anche del 50% in un anno nel Padovano

«Bisogna sfatare ciò che nell’immaginario collettivo è scontato - chiarisce il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini - e cioè che prezzi finali più alti comportano, di conseguenza, maggiori guadagni per gli imprenditori agricoli, perché i numeri dimostrano il contrario»

L’attuale prezzo medio finale dei piselli, primizie di stagione, è di 4 euro al kg. Se l’anno scorso, in questo periodo, era di 3 euro al kg, oggi registra un +33%. Secondo uno studio a cura di Cia Padova, i consumatori sono tenuti a far fronte ad un’inflazione galoppante relativamente al comparto ortofrutta, con un risvolto chiaramente negativo anche, e soprattutto, per gli imprenditori agricoli, ai quali in proporzione viene riconosciuto sempre meno.

Frutta e verdura

Nella fattispecie dei piselli, ad esempio, il “guadagno” è di appena un euro al kg. Un anno fa, nel maggio del 2022, venivano riconosciuti loro 80 centesimi (+25%, da 80 centesimi a 1 euro al kg). «È chiaro - sottolinea Cia Padova - che per gli imprenditori agricoli i ricavi non sono aumentati proporzionalmente. Anzi, talvolta sono addirittura diminuiti. Siamo di fronte ad una legge del mercato al contrario». Per un kg di finocchi, al produttore, nel maggio del 2022, venivano riconosciuti 60 centesimi; oggi, invece, soltanto 50 centesimi (-16,6%). Ancora più significativo il prezzo agricolo delle carote, crollato del 47% in dodici mesi: dai 95 centesimi al kg, agli attuali 0,50 centesimi al kg. Ugualmente le fragole: da 1,50 euro al kg dello scorso anno, a 1 euro al kg di adesso (-25%). «Bisogna sfatare ciò che nell’immaginario collettivo è scontato - chiarisce il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini - e cioè che prezzi finali più alti comportano, di conseguenza, maggiori guadagni per gli imprenditori agricoli. I numeri dimostrano il contrario». Detto in altri termini, gli agricoltori fanno fatica a vedersi riconosciuto un equo reddito. In tutto questo, aggiunge il direttore, «va ricordato che sono incrementate, e di molto, le spese fisse. Oggi portare avanti qualunque attività agricola richiede enormi sacrifici, che peraltro non sempre vengono ripagati col giusto prezzo». Una delle strade praticabili per tentare di invertire il trend, illustra Cia Padova, è la valorizzazione delle eccellenze anche sulle scaffalature dei market, di piccole, medie e grandi dimensioni attraverso degli accordi ad hoc con le strutture di vendita. Ovvero, va incentivato l’allestimento di corner dedicati ai prodotti locali, come già previsto dal “Programma per il sostegno alle azioni di rilancio e promozione dell’agroalimentare”, promosso dall’amministrazione regionale, per un investimento totale di un milione e 370mila euro. Oltre ad una vera attuazione di quanto previsto dal Decreto legislativo 198 del 2021 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera agricola e alimentare. Il quale recita testualmente: «I contratti di cessione di prodotti agricoli e alimentari devono essere redatti in osservanza ai principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni». Il fine ultimo dev’essere quello di assicurare ai produttori un equo prezzo. «Le Istituzioni - conclude Antonini - sono chiamate a dare delle risposte concrete e immediate per salvare il primario».

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