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Progetto.Zero: gli educatori di corridoio entrano nelle scuole alla ricerca di ragazzi "perduti"

Conclusa la sperimentazione in tre istituti superiori di Padova del progetto di prevenzione che mette al centro il protagonismo giovanile

A partire da aprile 2023, studenti e studentesse di tre scuole superiori di Padova hanno cominciato a incrociare nei corridoi scolastici, spazi informali di incontro e di relazione, gli educatori del Progetto.Zero che, in questi mesi, hanno animato le comunità studentesche ponendosi in ascolto dei loro bisogni. Facciamo un passo indietro. Essere adolescenti non è per niente facile. Già di per sé è un momento della vita particolarmente sfidante. Esserlo oggi, lo è ancor di più: guerre, economia in subbuglio, strascichi post-pandemici, cambiamenti climatici, mutamenti sociali. Sono solo alcuni degli aspetti di crisi con cui le nuove generazioni si trovano a convivere. Per di più in un contesto in cui la tecnologia ha accelerato tutto, senza che il mondo adulto riesca a offrire ai più giovani chiavi di lettura per poter interpretare e approcciare il quotidiano.

È da questa consapevolezza che il Settore Servizi Sociali del Comune di Padova, in collaborazione con le cooperative Bottega dei Ragazzi, Centro Train de Vie e Progetto Now, che già curano i servizi dei Centri di Animazione Territoriale e Animazione di Strada, ha promosso il Progetto.Zero, un progetto innovativo che ha voluto sperimentare queste nuove figure, gli Educatori di corridoio, nelle tre scuole partner: IPSIA Bernardi, IIS L. Da Vinci ed ENAIP.

Progetto.Zero, sostenuto dai fondi dei Piani d’Intervento in materia di Politiche Giovanili della Regione RE.TE. GIO-VE, con la compartecipazione economica del comune di Padova, si è posto l’obiettivo di “abitare” gli spazi e i momenti di informalità della scuola per entrare in relazione con i ragazzi e supportarne il protagonismo tramite la metodologia dell’Animazione di strada. Tantissime le attività realizzate: dalle ricreazioni musicali, alle partite di ping pong che hanno visto la partecipazione anche di alcuni prof più intraprendenti, dalle feste di fine anno scolastico ai tornei di calcetto, ai contest. Spazio hanno avuto anche alcuni microprogetti più impegnati come il flash mob contro la violenza di genere e l’accompagnamento della rappresentanza studentesca. Tutto costruito dal basso, con gli studenti e per gli studenti, a partire dalle loro esigenze.

Il lavoro più profondo, tuttavia, ha visto gli educatori impegnati nella costruzione e cura delle relazioni con i ragazzi, raccogliendone emozioni, vissuti e bisogni. Le tematiche emerse hanno toccato aspetti intimi, come l’affettività e la sessualità, aspetti relazionali, soprattutto con i pari, i docenti, e i famigliari, e il consumo delle sostanze. Molta attenzione hanno avuto anche le aspirazioni per il futuro, l’orientamento ai servizi e alle iniziative del territorio e le spinte creative che hanno lanciato poi alle diverse attività che hanno dato forse un motivo in più per riconoscere la scuola come luogo di appartenenza e di ben-essere in cui potersi coltivare in spazi di riconoscimento e in relazioni positive. Spazi non solo “metaforici” ma anche fisici, con aule personalizzate in cui poter incontrare gli educatori per fare musica, giocare, dipingere, parlare, progettare e, ogni tanto, sfogarsi tirando qualche pugno contro un punching ball.

A conclusione del progetto, è intervenuta l’assessora alle Politiche sociali, Margherita Colonnello affermando che è “anche con queste iniziative che il Settore Servizi Sociali vuole dare il proprio contributo al contrasto alla dispersione scolastica, uno sforzo cui tutta la comunità educante è chiamata alla mobilitazione mettendo al centro la promozione del benessere”.

Le scuole, da parte loro, auspicano di poter dare continuità al progetto e di riuscire ad allargarlo anche ad altri Istituti cittadini. “Il successo riscontrato - riporta Alessandra Garrì, dirigente del Da Vinci - sottolinea l'importanza cruciale del supporto degli enti del territorio nell'attuare iniziative efficaci per il benessere giovanile. Un progetto che si è pienamente integrato con l’organizzazione scolastica". 

Su quest’aspetto pone l’accento proprio Roberta Callegaro, dirigente di ENAIP, che ricorda come “le attività dell'educatrice di corridoio abbiano coinvolto tutto il team di formatori e tutor nella realizzazione delle iniziative, in coerenza con la mission di ENAIP che punta alla scuola come luogo di socializzazione, educazione e formazione della personalità degli studenti, giovani talenti, cittadini attivi e futuri professionisti”.

“L’esperienza vissuta all’Istituto Bernardi - aggiunge la dirigente Alessandra Bozzolan - è stata molto positiva, tanto che ancora prosegue. Gli studenti hanno riconosciuto nell’educatore un punto di riferimento affidabile con cui poter stringere una relazione positiva.”

“Siamo tutti molto soddisfatti dei risultati di questa sperimentazione che conta pochissimi altri esempi simili in Italia e i riscontri da parte dei ragazzi ci danno motivo di esserlo. A volte basta poco per rendere i giovani protagonisti, il nostro ruolo di educatori è quello di metterci in ascolto e di supportarli”, chiude Stefano Bragagnolo, coordinatore del progetto della cooperativa La Bottega dei Ragazzi.

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