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Domenica, 28 Aprile 2024
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Crisi BusItalia, i sindacati Cgil-Cisl e Uil: «E' ora di alzare gli stipendi degli autisti»

Oggi appena assunti guadagnano circa 1200 euro e arrivano al massimo a 1600 con gli straordinari. Parte anche da qui il problema del trasporto pubblico a Padova. Nella città del Santo arrivano i segretari generali Aldo Marturano, Samuel Scavazzin e Massimo Zanetti

Vertice tra sindacati sul tema della crisi del trasporto pubblico locale. Nella sede della Cgil padovana di Via Longhin i Segretari Generali dei tre sindacati, rispettivamente Aldo Marturano, Samuel Scavazzin e Massimo Zanetti, hanno incontrato le Consigliere Regionali Venete Elena Ostanel ed Elisa Venturini che hanno raccolto l’invito lanciato nei giorni scorsi dai Sindacati di incontrarsi per discutere dei problemi sul tavolo e di come affrontare, in particolare, le difficoltà di Busitalia Veneto, da tempo al centro di una crisi che sta creando disagio non solo tra i lavoratori ma anche e soprattutto tra le persone che si affidano al servizio.

La crisi

«Proprio per le dimensioni e la gravità della crisi che investe un settore strategico come quello dei trasporti nel nostro territorio – hanno esordito Marturano, Scavazzin e Zanetti – abbiamo ritenuto, come Cgil Cisl e Uil, di intervenire non solo attraverso le nostre categorie (ndr. I cui segretari erano presenti all’incontro) ma anche come Confederazioni perché siamo di fronte ad una crisi i cui echi si riflettono direttamente e profondamente nella vita delle cittadine e dei cittadini, senza considerare tutte le ripercussioni che un settore come quello dei trasporti ha sulla questione climatico ambientale, importantissima non solo per il nostro futuro ma anche perché ad essa è legata una parte dei fondi del Pnnr. In quest’ottica, riteniamo anche che in questa partita sia necessario un gioco di squadra, dove ognuno, dalla propria posizione e ruolo, possa contribuire alla risoluzione della crisi». Nel corso dell’incontro i sindacati hanno non solo informato le Consigliere sull’incontro appena terminato a Palazzo Moroni, ma anche sui precedenti tavoli aperti in Provincia, Ente di Bacino del Servizio, a cui ha partecipato anche il nuovo AD di Busitalia, Gino Colella, recentemente nominato per risollevare conti ed attività dell’Azienda.

La storia

«La crisi di Busitalia – hanno spiegato – i sindacati ha radici lontane, a partire dalle condizioni oggettivamente impegnative, con cui l’Azienda si era aggiudicata la gara nel 2017, successivamente diventate insostenibili con l’arrivo, prima, della pandemia che ha inciso con un calo del 40% nella vendita dei biglietti, e, poi, per effetto della guerra in corso, del caro energia, salito a un + 30%. Questo ha creato un passivo di 9 milioni di euro che però potrebbe essere più limitato quando arriveranno i ristori promessi dal Governo. Resta però una situazione che ha inciso sul servizio e ha fatto saltare le corse. In questo senso, non ci convince la spiegazione del nuovo AD che limita il disservizio a sole 33 corse su 4.500, cioè allo 0,4% del totale. In realtà, bisognerebbe moltiplicare il numero di persone in attesa di un mezzo per tutti gli autobus che non sono arrivati, soprattutto se consideriamo che erano anche gli utenti che si trovavano più lontani e che ne avevano più bisogno. Studenti che non arrivano a scuola, lavoratori impossibilitati a raggiungere il proprio luogo di lavoro, anziani che non possono raggiungere un servizio o una cura. È evidente che si tratta di un disagio ben più grande di quanto possa rivelare una frazione di numero».

Stipendi

Arrivando al cuore del problema i sindacati hanno evidenziato come questo sia costituito da tre fattori tutti legati l’uno con l’altro: «Esiste un problema legato alla carenza di personale, alle retribuzioni troppo basse e ai conseguenti carichi di lavoro. Solo a Padova, mancano 50 autisti su un organico di circa 500. Significa che appena qualcuno si ammala, il servizio entra in crisi con le conseguenze che abbiamo visto. Bisognerebbe quindi assumerli, ed è quello che ha promesso Colella, ma esiste un oggettivo problema legato alle retribuzioni, assolutamente troppo basse, che rendono Busitalia poco attrattiva sul mercato del lavoro. Altre aziende di trasporto del territorio, non solo private ma anche pubbliche, pagano decisamente di più. Tutto ciò non fa che abbattersi sui carichi di lavoro con autisti costretti a partire all’alba e tornare a sera inoltrata per coprire turni di 6 ore. A Busitalia, sono consapevoli dell’evidente problema e il nuovo AD ha promesso di avviare diversi cambiamenti (per esempio: assumendo personale a cui fornire e finanziare la patente per la guida dei mezzi e non come ora, dove si assumono solo i patentati). Si evidenzia che non solo si fa fatica a trovare autisti, ma quelli che ci sono se ne vanno. Secondo noi, il punto essenziale è aumentare i salari dei lavoratori e per questo si può agire sul Contratto Nazionale della categoria ma anche e soprattutto sul Contratto Integrativo per cui bisogna assolutamente trovare dei fondi. In questo senso – hanno ricordato i sindacati – è utile sottolineare che Busitalia Veneto appartiene per l’80% a Ferrovie dello Stato che non è esattamente una piccola realtà nel settore, tutt’altro. Riteniamo che non possa esimersi dal dare risposte, ecco perché consideriamo importante agire presso di essa affinché possa fare la sua parte per mettere sul piatto dei fondi da destinare ad un rinnovo del contratto integrativo. Bisogna, e qui chiediamo l’aiuto dei parlamentari del territorio, far uscire dall’angolo in cui si è rintanata Ferrovie dello Stato e metterla di fronte alle proprie responsabilità. Ma l’altro Ente che può fare la sua parte, e qui ringraziamo la presenza delle Consigliere, è la Regione Veneto. Sappiamo che l’Assessore De Berti ha detto che la Regione le risorse le ha già messe ma sappiamo anche che si tratta di risorse che anticipano il saldo del Fondo Trasporti Nazionale, ossia non sono finanziamenti in più, cosa che Regioni come Emilia o Lombardia hanno invece fatto. Non sarebbe la soluzione ma è evidente che se la Regione Veneto trovasse dei fondi, si andrebbe nella giusta direzione. È assolutamente necessario – hanno concluso i sindacati – che ognuno faccia la sua parte in questa partita decisiva per il nostro territorio che passa attraverso un necessario aumento delle retribuzioni del personale di Busitalia, oggi fermo a 1250 euro per i neoassunti e che, a suon di straordinari, arriva a 1600 euro. Sia Busitalia, che l’Ente di Bacino, ossia la Provincia e chi ora la rappresenta, ossia il sindaco di Padova, Sergio Giordani, che Sindacati e rappresentanti istituzionali hanno tutti lo stesso obiettivo e per questo sono chiamati ad agire nella medesima direzione».

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