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Cronaca Altichiero / Viale Nereo Rocco

E' un 45enne già daspato e pluripregiudicato che ha scatenato l'inferno all'Euganeo. Il sindaco di Catania chiama Giordani

Si tratta dell'uomo che ha aperto il cancello. Nel pomeriggio la convalida di altri tre arresti tra i protagonisti dei disordini all'Euganeo in occasione di Padova - Catania. Si sta anche cercando di capire cosa non ha funzionato dal punto di vista della prevenzione e della sicurezza. In mattinata il primo cittadino della città etnea ha chiamato il sindaco di Padova per manifestargli le sue scuse

E'  un pregiudicato di 45 anni, in precedenza già daspato, l'ultrà del Catania che ha permesso ad un'altra sessantina di supporter catanesi di invadere la pista fino ad arrivare fino sotto le tribune. La brutta serata dell'Euganeo rimane impressa negli occhi di tutti e sporca un evento come la finale di Coppa Italia di Serie C. Un gran peccato perché la cornice di pubblico era ideale per creare il clima che rende speciali certe serate. Invece quanto accaduto quando non erano ancora le 20 e 50,  è sotto gli occhi di tutti. La sessantina di ultras del Catania, scatenati, che hanno invaso la pista fino ad arrivare sotto il settore occupato dai club che sostengono i colori biancoscudati sembravano davvero delle furie. Ma va detto che quelli che hanno cercato di aggredire, come anche lo striscione prima preso e poi gettato, non erano ultras, ma famiglie, persone, appassionati. Non certo gente andata lì immaginando di finire in mezzo al finimondo in cui sono invece, loro malgrado, capitati.

Dopo una serata è inevitabile si cerchi di capire cosa possa non aver funzionato. Al Questore di Padova, Marco Odorisio, ad esempio, non sono piaciuti alcuni resoconti della serata, soprattutto in relazione alla reattività delle forze dell'ordine in termini di tempo. Sono passati infatti cinque minuti, prima dell'intervento risolutivo. Detto della Polizia, che comunque una volta entrata in azione ha compiuto subito tre arresti e rimandato indietro gli ultras pagandone anche le conseguenze visto che otto tra agenti e personale della Digos sono rimasti contusi, c'è attenzione anche su altri aspetti. Un punto riguarda la prevenzione. Emerge che tra i 5 arrestati molti hanno daspo alle spalle per problematiche, diciamo così, legate allo stadio. Eppure erano in trasferta, in curva, allo stadio. Poi c'è la questione della sicurezza durante la partita. E' vero che il club è responsabile della sicurezza, ma è altresì vero che gli steward, nell'episodio specifico di quando viene aperto il cancello, ci hanno provato eccome a richiudere il portone. Ma non era più possibile a quel punto fare nulla. Si vedono bene i tre steward che cercano in tutti i modi di richiudere il cancello, invano. Ma ce la mettono tutta. Si vede chiaro anche nel video messo a disposizione dalla stessa Questura. E' vero che altri due colleghi forse non li aiutano come dovrebbero, ma erano anche in una posizione da dove non avrebbero potuto incidere di fronte alla massa avanzante. 

La società è in attesa di sapere cosa deciderà il giudice sportivo ma sarebbe paradossale che da vittima finisse per essere giudicata colpevole di qualcosa. Sulla questione del portone aperto con facilità, emersa sempre stamane durante l'incontro in Questura, è vero che il cancello della curva nord non era chiuso con un lucchetto, ma questo perché bisogna per forza consentire una via di fuga se malauguratamente dovesse accadere qualcosa, come un incendio o una calamità naturale. Tutte eventualità remote. per fortuna, ma che obbligano le società a comportarsi in un dato modo. Il club dal canto suo non ha voluto esprimere giudizi al di là della condanna di certi comportamenti, però dalle parole del presidente Francesco Peghin traspare assoluta disponibilità da un lato ma anche la ferma volontà di difendere l'operato della società. Senza scontri, per carità, però è chiaro il club non vuole finire per essere il capro espiatorio di questa situazione. 

Intanto il sindaco di Catania, Enrico Trantino, ha sentito telefonicamente questa mattina il primo cittadino di Padova, Sergio Giordani, per esprimere il più sentito rincrescimento e manifestare la solidarietà della città etnea per le gravi intemperanze registrate ieri sera nello stadio Euganeo durante la finale di andata della Coppa Italia di Lega Pro. Trantino ha espresso al sindaco Giordani il disappunto suo e della larghissima maggioranza dei catanesi verso gli inescusabili atti di teppismo e violenza che purtroppo hanno colpito anche le forze dell’ordine in servizio per tutelare l’ordine pubblico. Il sindaco etneo ha confermato «stima e amicizia nei confronti della città di Padova e che questi atti vanno considerati dei fatti isolati a opera di mascalzoni, estranei al buon senso e ai valori della convivenza civile».

Dalla Questura di Padova fanno inoltre sapere che sono stati convalidati, nel pomeriggio di oggi, 20 marzo, gli arresti dei tre tifosi etnei coinvolti nei fatti avvenuti allo stadio Euganeo ieri sera ed è stato disposto dal Giudice, nei loro confronti, il divieto di accedere allo Stadio per un anno. Nel proseguo delle attività di indagine della Digos della Questura di Padova, nel pomeriggio odierno, altri due catanesi sono stati tratti in arresto per flagranza differita. Si tratta di un 34enne rintracciato a Catania e di un 40enne rintracciato dalla Digos della Questura di Venezia, entrambi con a carico precedenti di polizia per reati specifici da stadio. In totale siamo a sette arresti compiuti nell'ambito delle indagini sugli scontri all'Euganeo. Ma potrebbe non essere ancora finita visto che la Digos sia di Padova che di Catania sta continuando a lavorare per rintracciare gli autori dei disordini. 

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