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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Abano Terme

Sesso con 16enni, un arresto ad Abano: si concedevano in cambio di ricariche

Sette nuovi arrestati nell'ambito dell'inchiesta "Baby parking" coordinata dalla procura di Brescia: tra di loro anche un 67enne residente nel Padovano. Gli indagati avrebbero contattato i minori - all'epoca dei fatti 16enni - su alcuni siti di incontri

Nuova ondata di arresti a margine dell'inchiesta “Baby Parking” della polizia locale di Montichiari (Brescia), e coordinata dalla procura di Brescia. In manette sono finite altre sette persone, sei di loro in carcere e un'altra agli arresti domiciliari. Tra di loro, anche un 67enne residente ad Abano Terme, il costruttore Ivo Amenedolagine, presidente dell'associazione bresciana della Proprietà Edilizia.

AMENDOLAGINE: "Un ragazzone di 1 metro e 85, non pensavo fosse minorenne”

INDAGATI. Un medico, un architetto, un commercialista, un piccolo imprenditore e persino un professore. Pesanti le accuse alle quali dovranno rispondere: prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Quattro degli indagati, attualmente agli arresti domiciliari, sono bresciani. Si tratta del 39enne E.R., architetto nonché presidente della Riserva delle Torbiere del Sebino; del 52enne D.P., di professione commercialista; del 40enne M.P., portiere in un hotel della città; e del 57enne E.C., titolare di un centro estetico di Manerbio.

PROFESSORE. Indagato in stato di libertà anche G.Z., classe ’59, professore di Tedesco in un istituto superiore della bergamasca. A quanto pare le prove raccolte a suo carico sarebbero meno schiaccianti e, al momento, gli sarebbe stata contestata solo la detenzione di materiale pedopornografico.

INCONTRI. Nell’inchiesta - denominata Baby Parking 2 - sono finiti anche un medico 60enne di Lecce, F.M.F. e un autista 41enne di Bolzano, K.P. Pur di incontrare i ragazzini si sarebbero sobbarcati lunghe trasferte in auto. Gli indagati avrebbero contattato i minori - all’epoca dei fatti 16enni - su alcuni siti di incontri, poi la conoscenza e lo scambio di messaggi sarebbe proseguita su Whatsapp, mentre i rapporti sessuali sarebbero avvenuti nelle abitazioni, negli uffici e nelle auto. Alcuni degli incontri - sembra siano una trentina quelli accertati, avvenuti tra il gennaio del 2015 e il mese scorso - sarebbero stati anche filmati.

IN CAMBIO RICARICHE E PASTI. Registrazioni agghiaccianti che avrebbero potuto essere diffuse in rete, ma che ora sono finite nelle mani degli inquirenti e diventate prove fondamentali. Pare che tutti sapessero di avere a che fare con dei ragazzini, che si concedevano in cambio di ricariche telefoniche, pranzi e cene. Le prove sarebbero le conversazioni salvate sui telefoni dei due 16enni, entrambi residenti nella nostra provincia. Gli indagati si sarebbero interessati anche della vita scolastica dei due minori, ai quali, tra le altre cose, chiedevano:  “Hai fatto i compiti?”, “E' andata bene a scuola?”. I genitori, di origine straniera, erano all’oscuro di tutto. “Si tratta di famiglie spesso non presenti - spiega Cristian Leali, Comandante della Polizia Locale di Montichiari - , abbiamo accertato la totale mancanza di dialogo tra genitori e figli".

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