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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Brusegana

Il bus lascia il figlio e i suoi compagni a terra. La protesta di un genitore: «Meno capienza, più mezzi»

Per evitare assembramenti e quindi eventuali contagi da Covid, ogni giorno studenti, spesso pendolari, sono lasciati a terra dai bus perché pieni. La protesta di un genitore: «Così rischiano di ammalarsi ugualmente. Meno capienza, più bus»

Ragazzi che rimangono per strada, sotto la pioggia nel caso della giornata di giovedì 15 ottobre, perché all’uscita da scuola non c’è posto per loro sul bus. Succede sempre più spesso. Uno dei genitori di questi ragazzi ha deciso di scrivere una lettera a BusItalia Veneto perché ancora una volta, il giovane studente è pendolare per studio, si è ritrovato insieme ad altri coetanei senza la possibilità di salire sul mezzo pubblico e quindi di fare ritorno a casa.

Lettera a BusItalia

Ha scritto così una lettera, all'attenzione della direzione di FSBusitalia Veneto, il Prof. Matteo Compareti. Padre di due figli, è rimasto bloccato in Italia dopo l’esplosione della pandemia da ormai quasi un anno. Docente di archeologia, insegnava all’università di Xijan, non ha potuto tornare in Cina, quindi al suo lavoro, causa le restrizioni e le conseguenze che in tutto il mondo ha scatenato il manifestarsi della pandemia.  La sua vicenda è emblematica, il Covid gli fa perdere  il lavoro e si ritrova genitore solo a crescere due figli.

Pendolari

Con loro vive a Stra, in provincia di Venezia ma si è trovato costretto ad iscrivere alle superiori il figlio maggiore a Padova, Brusegana per l’esattezza. Le scuole della zona,  il ragazzo si è trasferito da poco da Montebelluna a Stra, non ne hanno accettato l’iscrizione vista anche la capienza ridotta nelle aule, così lui come altri suoi coetanei della Riviera del Brenta è costretto a svegliarsi molto presto ogni mattina. Nel suo caso, sono due i mezzi che deve prendere per arrivare a scuola. Uno che da Stra lo fa arrivare alla stazione Fs di Padova e l’altro, parliamo della linea 6 o 12, quello per Brusegana.

Genitore solo

«Oggi, giornata freddissima, ventosa e uggiosa, gli autobus arrivavano a fine scuola ma non permettevano l'accesso agli studenti desiderosi di tornare a casa. Per evitare assembramenti, dicono. Non e' la prima volta che succede ma davvero mi auguro possa essere l’ultima». Il paradosso evidenziato da questa vicenda è che per evitare di farli ammalare, di Covid, si mette ugualmente a repentaglio la salute dei ragazzi visto che rimangono in mezzo alla strada, al freddo e sotto la pioggia come nel caso specifico. «Se davvero voglionio evitare il diffondersi dell'epidemia e garantire i distanziamenti, devono aumentare il numero delle corse. Non è possibile che i ragazzi attendano a lungo sotto la pioggia e esposti al vento. Io l'abbonamento lo pago e anche tanto quindi esigo che il servizio sia svolto regolarmente. Se c'e' un'epidemia in corso, ripeto, aumentate le corse».

Covid

I ragazzi che sono costretti a fare i pendolari devono cambiare più mezzi. Perderne uno significa scatenare un effetto domino che non fa altro che allungare i tempi per il rientro a casa. «Stiamo vivendo tutti un periodo terribile e non è giusto che ai disagi si aggiunga anche incompetenza. Bisogna che si trovi una soluzione a garantire il servizio, oppure se non si è in grado, si fermi tutto».  Il professore è preoccupato che questa nuova circostanza, oltre ai problemi che tutti gli studenti hanno dovuto affrontare in questi mesi, possa in qualche modo demotivare il ragazzo dall’andare a scuola. «Chiaro che così giovani questi ragazzi si trovano a dover affrontare qualcosa di mai visto, già è un problema. Poi gli si chiedono sacrifici ma vedono che anche i servizi di base che dovrebbero essere riconosciuti, noi si paga un abbonamento annuale per garantirgli mobilità, non sono garantiti, così li si scoraggia i ragazzi. Ma siccome è rischio che non voglio proprio correre, è bene risolvere subito questo disservizio».

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