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Cronaca

Caso Favero e pazienti dirottati Una nuova cattedra e il ricorso

Rigettato un secondo procedimento disciplinare nei confronti dell'ex direttore della clinica odontoiatrica dell'Azienda ospedaliera. Il professore ha deciso inoltre di opporsi alla sentenza di condanna in primo grado

Il consiglio di amministrazione dell'università di Padova ha riassegnato la cattedra Gian Antonio Favero, docente di Implantologia al Bo ed ex direttore della clinica odontoiatrica dell'Azienda ospedaliera di Padova. Il professore era stato allontanato dall'insegnamento dopo essere stato accusato di avere dirottato pazienti dal pubblico al privato, cagionando un danno economico per l'Azienda ospedaliera quantificato dal pubblico ministero Sergio Dini intorno ai 2 milioni di euro. Favero, condannato l'1 luglio in rito abbreviato a due anni e due mesi di reclusione, con l'accusa di abuso d'ufficio, oltre che ad un maxi risarcimento di 500mila euro, ha deciso di presentare ricorso contro la sentenza di primo grado.

UNA NUOVA CATTEDRA. Il docente, sospeso dall'insegnamento per un anno, con decorrenza dal 1 gennaio 2013, aveva presentato richiesta di reintegro, accolta nello stesso mese dell'anno successivo, come riporta Il Mattino di Padova. Tuttavia, dopo la sentenza di condanna in luglio, il rettore dell'università di Padova Giuseppe Zaccaria aveva sollecitato un'ulteriore sanzione disciplinare, in virtù di elementi nuovi, sconosciuti all'epoca del primo provvedimento di allontanamento, e ne aveva trasmesso gli atti al Collegio di disciplina dell'Università. Quest'ultimo aveva rigettato la richiesta in base al principio "ne bis in idem", per cui uno stesso individuo non può essere giudicato due volte per lo stesso fatto. Di conseguenza, il consiglio di amministrazione aveva chiesto per Favero l'assegnazione di una cattedra "che non presenti alcuna connessione con attività di tipo assistenziale". E il professore ha inoltre presentato ricorso contro la sentenza di condanna in primo grado.

IL CASO "FAVERO". Il caso del professore era finito sotto le luci della ribalta dopo che, nel dicembre 2012, le telecamere di "Striscia la Notizia" avevano ripreso quanto accadeva all'interno della struttura di via Venezia. Negli anni, il dentista, 63enne, originario di Oderzo ma residente a Jesolo, avrebbe collaudato un fitto e remunerativo sistema. Oltre cento pazienti sarebbero stati trasferiti dall'azienda ospedaliera patavina ad ambulatori privati tra Padova, Treviso, Oderzo e Conegliano. Svelato l'intreccio, Favero era stato costretto a dimettersi da direttore della clinica ed era stato allontanato anche dalla cattedra universitaria. Nella sentenza di condanna emessa in settembre, il giudice aveva però precisato che "i danni potevano essere limitati": le stesse parti lese, pur essendo a conoscenza degli affari del professor Gian Antonio Favero, si sarebbero limitate ad invitare il dentista a far cessare le cause di incompatibilità, senza però dar luogo ad un procedimento disciplinare vero e proprio.

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