L'Arma piange il brigadiere capo Luigi Esposito
Per 32 lunghi anni cuore pulsante della caserma di Legnaro, oggi 31 luglio è morto nonostante un disperato trapianto di cuore. Era stato colpito da una epatite fulminante. In pensione dal 2019 era rimasto a fianco della sua gente
L'arma dei carabinieri piange la morte di Luigi Esposito. Il 5 agosto avrebbe compiuto 64 anni. Oggi, 31 luglio il brigadiere capo, per 32 lunghi anni punto di riferimento della caserma di Legnaro, è venuto a mancare. Andato in pensione nel 2019 è rimasto un punto di riferimento per la popolazione che lo fermava per un consiglio o un aiuto. Purtroppo il cuore nuovo giunto dalla Grecia venerdì scorso e trapiantato al Centro Gallucci non l'ha aiutato a superare un'epatite fulminante sopraggiunta. Il brigadiere recentemente premiato dall'Amministrazione Comunale di Legnaro per la sua innata bontà lascia la moglie Gina e i figli Rossella e Gerry. Non appena si è sparsa la voce del tragico epilogo della sua malattia sono state innumerevoli le attestazioni di vicinanza e di affetto pervenute all'Arma e ai familiari e colleghi più stretti di Luigi Esposito.
La divisa come ragione di vita
Il brigadiere capo aveva una parola buona per tutti, riusciva a farsi amare e rispettare anche da coloro a cui aveva tolto la libertà, che aveva arrestato. Sempre con il sorriso sulle labbra. Una vera e propria istituzione a Legnaro. Decine di carabinieri passati dalla caserma di Legnaro hanno imparato il mestiere anche grazie ai suoi consigli. Non era mai sopra le righe, mandava gli altri avanti a prendere gli applausi, lui preferiva rimanere nelle retrovie. Era un concentrato di tecnica, tenacia ed intuizione. I comandanti di stazione che si sono alternati durante la sua permanenza a Legnaro hanno avuto in Luigi Esposito un punto di riferimento, un computer umano, un militare, che più di una volta ha contribuito a risolvere anche le situazioni più complicate. Ora restano il dolore, le lacrime e il ricordo indelebile.