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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio di Abano, Valentina incastrata da un testimone chiave e dalle ricerche su google

La trentenne ha fornito tre versioni differenti. E' crollata dopo "aver saputo" di un testimone che la inchiodava, tanto da fare ripetute ricerche su internet a riguardo, prima di presentarsi ai carabinieri

«Il coltello era vicino al cambio. Io l’ho preso, forse con la mano destra e ho colpito Caruso subito al petto. Eravamo in movimento e l’ho colpito, mentre non se l’aspettava né io l’ho minacciato prima, è stato anche per me un movimento repentino». Con queste parole, rese spontaneamente di fronte ai carabinieri il 29 settembre 2022, Valentina Boscaro ha spiegato come è morto, quattro giorni prima, Mattia Caruso. Affermazioni verbalizzate che vengono confermate con quanto è emerso dall’esame autoptico: Mattia Caruso è stato colpito al torace con un colpo di arma bianca vibrato con azione di punta e taglio. E’ confermata quindi la compatibilità della lesività con il coltello a serramanico rinvenuto nella tasca dei pantaloni della vittima, sporco di sangue. Peccato che queste dichiarazioni, spontanee lo ribadiamo, arrivano dopo quattro giorni di affermazioni contradditorie e piene di inesattezze, anzi di bugie e tentativi di depistaggi.

Perizia

Nella perizia inoltre si evidenzia «non si rilevano segni riferibili a lesioni da difesa attiva o passiva». Il trentunenne non si aspettava di essere colpito. Prima delle dichiarazioni spontanee la stessa Valentina Boscaro del 29 settembre aveva dichiarato di una aggressione nel parcheggio, aveva parlato di tensioni nel locale da dove arrivavano quella sera. Aveva raccontato di liti che però vengono smentite dai testimoni che sono stati sentiti ed erano ai “Laghetti”, il locale dove si sono recati la fatidica sera del 25 settembre, Mattia e Valentina. Sempre lei ha dichiarato che Mattia era in mezzo a storie di spaccio e per questo sarebbe stato aggredito. A questa versione hanno creduto anche i carabinieri di Abano che invece di interrogare l’unica testimone sono andati alla ricerca di un fantasma che in realtà non c’era. A Mattia Caruso, Valentina, addebita comportamenti da spacciatore, quando né addosso e neppure nell’auto gli sono state trovate sostanze. Non era certo un santo, gli piaceva fumarsi le canne e anche la cocaina, ma quest’ultima non l’aveva assunta quella sera. Questo si evince anche dagli esami tossicologici, che evidenziano l’uso di Mdma, probabilmente assunta tramite una pastiglia di ecstasy.

Valentina

Per quanto riguarda Valentina non risulta sia stata fatta nessuna indagine tossicologica su lei, neppure a ridosso dei fatti. Fino al 29 viene sentita un paio di volte e mantiene ferma la versione della possibile aggressione, da parte di uno straniero, che viene anche descritto col quale Mattia avrebbe avuto in sospeso questioni legate alle sostanze. Eventualità che non ha avuto nessun riscontro. Solo dopo che un testimone, il 28 settembre, smentisce ogni sua affermazione, in pratica, la mattina seguente si fa avanti e rende le spontanee dichiarazioni con versione confessoria.

Google

Particolare interessante che la sera stessa del 28, Valentina fa una ricerca su google, dalle 21 fino a notte, per trovare notizie su un potenziale testimone che era proprio stato sentito quel giorno. Una circostanza alquanto singolare, visto che avrebbe dovuto essere segreta. Valentina  la mattina poi si presenta ai carabinieri e racconta di essere lei l’autrice dell’accoltellamento. Nei giorni precedenti invece le sue dichiarazioni miravano a costruire una immagine di Mattia Caruso molto negativa; dal momento in cui è venuta sapere che il trentunenne era deceduto le sue affermazioni hanno esclusivamente mirato a costruire un profilo personologico di comodo della vittima.

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