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Cronaca

Stroncato dalla Finanza un imponente traffico di sostanze stupefacenti

Nella giornata odierna, 11 ottobre, sono state eseguite 46 misure di cui 35 in carcere. Tra i colpiti dal provvedimento due albanese residenti a Padova e Noventa Padovana e un italiano residente a Ponte San Nicolò

La droga arrivava a fiumi per soddisfare le esigente degli assuntori e per arricchire le bande criminali. Quattro organizzazioni criminali distinte, che si erano spartite il Trentino Alto Adige con il compito di portare grossi carichi di droga dall’Albania e dal Belgio direttamente alle piazze del Trentino e dell’Alto Adige. Un giro di affari da milioni di euro, che aveva come quartier generale due bar: uno a Trento e uno a Bolzano. Un traffico di droga internazionale stroncato da un’operazione della guardia di finanza, in collaborazione con la polizia di Stato di Bolzano, che ha portato all’arresto di 35 persone in carcere e alla misura di custodia cautelare dell’obbligo di dimora per altre 11. In tutto 46 persone, di cui 34 di nazionalità estera (Albania, Tunisia, Iraq, Inghilterra e Francia). Inoltre il sequestro di conti bancari e beni per un totale di 22 milioni di euro. La decisione arriva dopo la firma del Gip alla richiesta della Procura di Trento, titolare dell’inchiesta giudiziaria nata nel 2021. Tre le misure eseguite in provincia di Padova: due albanesi, domiciliati rispettivamente a Padova e Noventa Padovana e un italiano residente a Ponte San Nicolò. Due dei destinatari dei provvedimenti sono stati condotti in carcere, mentre per uno dei due albanesi è scattata la misura dell'obbligo di dimora. Hanno un'età compresa tra i venti e i trenta anni.

L’arresto che ha dato il via all’indagine

Secondo quanto ricostruito dal Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle, le associazioni per delinquere, di cui due a carattere transnazionale, lavoravano per portare nelle due province carichi di cocaina, hashish, marjuana, eroina e crack, provenienti dall’Albania e dal Belgio e destinate alle piazze del Trentino Alto Adige. L’indagine ha preso il via dopo l’arresto di un albanese dimorante nella piana rotaliana, trovato un con un etto di cocaina. Da qui i finanzieri hanno scoperto il primo gruppo, composto da sei albanesi. Grazie a una fitta rete di contatti con i grossisti dei paesi balcani, avrebbero organizzato un canale di import della droga grazie a una serie di corrieri che, attraversavano la rotta balcanica, portavano chili di polvere bianca dall’Albania a Trento.

Dal Belgio lungo la rotta del Brennero

Così gli inquirenti hanno scoperchiato una rete di organizzazioni nelle due province. Quattro in tutto. In particolare, la seconda associazione a delinquere, composta da 16 albanesi, acquistava lo stupefacente in Belgio, che arrivava in Italia tramite la rotta del Brennero, viaggiando su almeno due auto per ogni viaggio. Arrivata a Trento, una delle due auto, la così detta “balena”, era modificata con doppi fondi per nascondere circa trenta chili di droga ogni volta e sostava, nelle aree di servizio dell’A22. Questo mentre l’altra macchina, la “staffetta”, procedeva a caricare l’auto, occupandosi poi della consegna dello stupefacente ai pusher delle piazze di Rovereto, Mori e Trento. Alla fine l’indagine ha portato alla luce la presenza di altre due gruppi: uno di albanesi e uno di tunisini. Questi si rifornivano dalle altre due organizzazioni, che avevano direttamente il gancio con i grossisti all’estero. La prima era specializzata nello spaccio di crack a Trento e nella bassa Valsugana mentre la seconda, su cui si sono concentrate le investigazioni della squadra Mobile di Bolzano, riforniva Bolzano.

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