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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Bonus facciate": imprenditore incastrato dalle Fiamme Gialle

Il 27 luglio i finanzieri del Nucleo di Padova hanno avviato il sequestro preventivo di 2milioni di euro a carico dell'indagato, 57 anni di Padova. L'uomo deve rispondere di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche

Il 27 luglio i finanzieri del Comando Provinciale di Padova hanno dato avvio all’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal Tribunale di Padova, di beni e disponibilità finanziarie riconducibili a due società con sede a Padova e all’imprenditore ritenuto il principale indagato, in ordine al reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Si tratta di un padovano di 57 anni.

Le indagini

Le indagini scaturiscono da un’analisi di rischio, sviluppata dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Padova, finalizzata a individuare l’uso distorto delle misure agevolative introdotte in materia edilizia sotto forma di crediti d’imposta da cedere a terzi, con possibilità di compensarli con imposte e contributi effettivamente dovuti o di monetizzare il controvalore presso banche e altri istituti finanziari abilitati. Nello specifico, il beneficio legato al bonus facciate ha consentito all'indagato, in primo luogo, la detrazione fiscale, in 10 quote annuali di pari importo, delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 nella misura del 90% (nel 2022 del 60%) o, in alternativa, lo sconto in fattura di tale importo sul corrispettivo dovuto al fornitore o, ancora, di cedere a terzi il credito d’imposta in parola.

Il meccanismo di frode

L'attività di indagine ha permesso alle Fiamme Gialle di disvelare un presunto meccanismo di frode messo in atto da imprenditori del settore edile, comunicando all’Agenzia delle Entrate, tramite l’apposita piattaforma telematica, la sussistenza di 2 milioni di euro circa di crediti d’imposta ritenuti inesistenti per lavori mai effettuati, attribuiti alle asserite imprese beneficiarie del bonus. Nel corso delle indagini è emerso, infatti, che le società monitorate risultavano prive di strutture, risorse e mezzi idonei per la realizzazione di tali interventi edilizi a favore di oltre venti persone fisiche, residenti in diverse province italiane e ignare della procedura agevolativa attivata fraudolentemente a loro nome, che hanno dichiarato di non aver commissionato i lavori e di non conoscere le imprese coinvolte.

I numeri

I crediti fittizi complessivamente generati, costituenti il profitto illecito, sono stati monetizzati per 1,2 milioni di euro circa mediante cessione a Poste Italiane, mentre la restante parte risulta ancora registrata nel cassetto fiscale delle società oggetto di indagine. Il Gip del tribunale di Padova, accogliendo la richiesta formulata dalla locale Procura della Repubblica sulla scorta dell’accurato quadro probatorio delineato dai Finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Padova, coordinati dal maggiore Mario Lanzano, ha emesso un decreto finalizzato a sequestrare beni e disponibilità finanziarie delle due imprese interessate, nonché del soggetto ritenuto il principale indagato, per un importo pari agli ipotizzati fittizi crediti d’imposta monetizzati (1,2 milioni di euro circa), oltre che il controvalore di 750mila euro circa dei crediti considerati inesistenti, non ancora compensati o monetizzati, nella disponibilità dei predetti operatori economici oggetto d’indagine.

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