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Cronaca

Qualità dell'aria: Padova anche quest'anno sul podio delle città più inquinate d'Italia

La classifica evidenzia come le città con la peggior qualità dell'area sono tutte concentrate nel bacino padano. Oltre a Padova, in questa classifica, di cui non ci si può certo vantare, presenti anche Vicenza e Venezia

Tra le città più inquinate d'Italia Padova è in terza posizione per il Pm2,5, con una concentrazione media annuale di 21 microgrammi per metro cubo d'aria e quarta per il Pm10 con 30 microgrammi. Va un po’meglio per  il Biossido di Azoto: la città del Santo, con la media annuale di 29 microgrammi,  si piazza in settima posizione. «E’ quanto emerge - dichiara Lucio Passi, responsabile politiche antismog di Legambiente Padova - dal dossier "Mal'aria di città" nel quale Legambiente ha confrontato le medie annuali 2021 di questi inquinanti, grazie ai dati forniti dalle Agenzie regionali per la protezione ambientale. Da quando Pm10 e Pm2,5 sono monitorati, Padova ha sempre conquistato le prime posizioni di questa allarmante classifica: sempre tra le prime dieci, molto più spesso tra le prime cinque quando non prima o, comunque, sul podio».

UE

«E' in corso di revisione la Direttiva UE - avverte l'esponente di Legambiente - sulla qualità dell'aria e dei relativi limiti di legge. Saranno molto più stringenti degli attuali, poiché si baseranno su quelli elaborati dall’OMS. Per rientrare nei nuovi limiti, rispetto ai valori registrati nel 2021, Padova dovrà diminuire le concentrazioni di Pm10 del 50% e di ben il 76% del Pm2,5. La riduzione del Biossido di Azoto è del 66%. E’ bene sempre ricordare che per le polveri sottili non esiste una soglia minima sotto la quale non ci sono effetti negativi sulla salute: diminuire le concentrazioni è un beneficio indipendentemente dai valori da cui si parte».

Città

Le città più inquinate dalle polveri sottili nel 2021 di tipo Pm2,5, troviamo in prima posizione troviamo a “parimerito” Venezia e Cremona con una concentrazione media annuale di 24 microgrammi per metro cubo d'aria. In seconda Vicenza con 22, in terza Padova, Milano Piacenza con 21. Per quanto riguarda invece la presenza di Pm10 nell'aria, Alessandria è in prima posizione con una concentrazione media di 33 microgrammi. Milano è seconda con 32. In terza posizione con 31 Brescia, Lodi, Mantova, Modena,Torino. In quarta con 30 microgrammi Padova a “parimerito” con le venete, Venezia, Verona Vicenza, Treviso assieme ad Asti, Avellino, Cremona, Piacenza e Reggio Emilia».

  Gennaio 2022: un giorno su tre fuorilegge

«Purtroppo – nota Passi- il mese appena concluso ha registrato un netto aumento dei giorni di sforamento del il limite di legge rispetto a gennaio 2021. La centralina Arpav situata alla Mandria, rappresentativa delle aree urbane non particolarmente “trafficate” o esposte ad altre rilevanti fonti di emissione, ha registrato 19 giorni fuorilegge contro i 12 del 2021. Quella all'Arcella, rappresentativa delle zone ad alta intensità di traffico, ha contato 21 giorni oltre il limite contro i 15 del 2021. Quella in via Internato Ignoto, appositamente installata per monitorare l'area interessata dalle emissioni dell'inceneritore di San Lazzaro ha registrato 24 inquinati contro i 12 del 2021».  La normativa vigente prevede un massimo di 35 giorni oltre i limite di legge. E se le cose vanno avanti così saranno ben presto superati.

Le proposte di Legambiente

«L'aria di Padova - sottolineano da Legambiente - è fuorilegge consecutivamente da 21 anni, con conseguenze molto gravi per la nostra salute. In attesa delle nuove linee del tram alcuni interventi servono ora. Innanzi tutto Autobus. E' urgente rendere le corse più frequenti  in particolare negli orari di punta. Vanno estesi quelli serali e migliorato il servizio nei giorni festivi, davvero scadente. Ciclabilità. Prioritaria è la bicipolitana, ma servono anche nuove corsie ciclabili, aree a  doppio senso per i ciclisti, strade solo ciclabili e la creazione delle zone scolastiche ciclo pedonali. Efficientamento e rigenerazione. Serve intervenire anche sui sistemi di riscaldamento, efficientando gli edifici. E' fondamentale che Piano degli Interventi fermi le edificazioni nelle aree verdi- che mitigano lo smog- indicando nella rigenerazione del patrimonio edilizio una delle principali priorità. Su questi interventi l'amministrazione dovrebbe verificare se è possibile usufruire dei finanziamenti della transizione ecologica e in questo caso presentare progetti condivisi con i vari "stakeholder" cittadini».

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