rotate-mobile
Cronaca

Ragazzo padovano ferito da cacciatore nel vicentino: è polemica sulla caccia

Mentre nel Bellunese non si placa la polemica seguita all'abbattimento del cervo mascotte, nella provincia berica si registra il ferimento di un giovane padovano a causa di un colpo partito da una doppietta

Ieri 23 ottobre il consigliere democratico Andrea Zanoni il consigliere regionale Andrea Zanoni con un intervento pubblicato sulla sua bacheca Facebook è tornato a parlare dell'abbattimento di un cervo nel Bellunese, da tempo divenuto mascotte della comunità montana di Pecol nel Comune di  San Tomaso Agordino. Pur precisando a più riprese che l'uccisione dell'animale in periodo di caccia rispettasse in toto la legge Zanoni ha criticato la legge in sé. Subito è arrivata però la replica dell'eurodeputato thienese di Fdi Sergio Berlato che parla di una norma, quella esistente, varata e pensata per tutelare le specie attraverso il contenimento. Epperò mentre i due esponenti politici, pur a distanza, si confrontavano sul punto, sempre in tema di caccia, ma in circostanze completamente diverse dall'Est vicentino giungeva una novità di tutt'altro tenore. Il primo di ottobre a Grisignano di Zocco un cacciatore avrebbe sparato accidentalmente ad un minorenne ferendolo gravemente al volto. Della indagine in corso è trapelato pochissimo: tanto che nemmeno il sindaco Stefano Lain era a conoscenza dell'episodio.

Da giorni sui media si parla insistentemente dell'abbattimento di Bambotto, un cervo di sette anni abbandonato da cucciolo dalla madre e cresciuto anche col supporto della comunità di Pecol. L'ungulato, che viveva da selvatico nei boschi, di frequente però faceva capolino tra le abitazioni del luogo dove era ben accetto. Secondo alcuni però quei comportamenti si sarebbero fatti troppo insistenti così da insidiare le abitazioni. Così alcuni cacciatori, nel pieno rispetto della legge, avrebbero deciso l'abbattimento. L'incombenza è toccata al giovane cacciatore Fabio Callegari, un 23enne del luogo. La sua scelta è stata criticata da alcuni compaesani e sostenuta da altri. Nel dibattito seguito a livello nazionale ha influito molto il fatto che una parte dei residenti in qualche modo avesse stabilito un legame affettivo col quadrupede.

Zanoni, da una vita vicino alle associazioni ambientaliste e animaliste, di suo era intervenuto sulla vicenda spiegando come l'abbattimento non fosse di per sé illecito ma che fosse sbagliata la norma che consente tali condotte. «Sono troppe - scrive Zanoni - le leggi a tutela delle doppiette e bracconaggio diffuso». Il tutto, spiega ancora l'esponente del Pd è emerso anche in un recente incontro dedicato al trentennale della legge che avrebbe dovuto «tutelare la fauna selvatica». A stretto giro è giunta la replica dell'eurodeputato di Fdi Sergio Berlato da anni vicino alle associazioni venatorie. «Zanoni fa bene il suo lavoro che è quello di solleticare la parte emotiva del mondo animalista. Le norme che regolano la caccia però, che hanno una base condivisa in tutta Europa, sono state pensate sulla scorta di criteri tecnici e scientifici. La fauna, che è preziosa, va difesa e tutelata come si fa con i boschi. Quando gli esemplari diventano troppi, la selezione, che come nel caso di Pecol, viene puntualmente riportata nel libro degli abbattimenti, i quali non possono mai superare la soglia del 20%, è essenziale per tutelare le singole specie della fauna. L'ecosistema va tenuto in ordine anche perché quando una specie si riproduce troppo può mettere a repentaglio sé stessa e gli altri selvatici con conseguenze anche sul resto dell'ecosistema».

Frattanto in un contesto completamente diverso dall'Est vicentino giunge una notizia che era rimasta circoscritta nella zona rurale di Grisignano di Zocco. Lì nelle vicinanze della frazione di Mancamento il primo di ottobre un cacciatore  avrebbe ferito al volto un minorenne tentando di abbattere una lepre. Ora, i dettagli sono ancora assai frammentari, non è chiaro se il colpo abbia raggiunto l'occhio del ragazzo direttamente o se il colpo sia arrivato di rimbalzo. Come non è chiaro se l'arma sia stata usata in una zona consentita, tipicamente in aperta campagna, o nei pressi di una abitazione o di una strada: circostanza proibita dalla norma. Quello che è certo è che l'uomo, sulla sessantina residente in zona Vanzo Vecchio, ha fatto fuoco mentre vicino a lui c'erano due fratelli minorenni residenti nel Padovano. Uno di loro ha fatto le spese del colpo esploso da quel fucile.

Poco si sa sulle condizioni del giovane, come non si sa dove sia ricoverato e come siano sue condizioni di salute. Come poco si sa sul motivo per cui il proprietario dell'arma si sia fatto prendere la mano, se così stanno le cose. Sul caso starebbero indagando, nel massimo riserbo, i carabinieri di Camisano vicentino coordinati dalla procura di Vicenza. I militari, vista la gravità della situazione avrebbero deciso di ritirare in via cautelativa tutte le armi dichiarate dal cacciatore, inclusa quella con cui è stato ferito il giovane. La notizia per vero era circolata solo nella frazione di Mancamento e dintorni (anche nei vicini comuni del Padovano) tanto che nemmeno il sindaco Lain, così spiega quest'ultimo ai taccuini di Vicenzatoday.it, era a conoscenza dell'episodio.

Mancamento Grisignano Vicenza

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ragazzo padovano ferito da cacciatore nel vicentino: è polemica sulla caccia

PadovaOggi è in caricamento