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Cronaca Abano Terme / Via Armando Pillon

Blitz dell'ultra destra all'istituto Alberti: spunta uno striscione contro l'insegnante antifascista

Il pannello è stato fissato nella notte su una cancellata esterna dell'istituto, scoperto all'apertura dal personale che ha informato il dirigente scolastico e i carabinieri

Il polverone sollevato dal caso Maria Giachi non accenna a placarsi, come testimonia la comparsa, la scorsa notte, dello striscione all'esterno dell'istituto Leon Battista Alberti.

La scoperta e le indagini

Lo hanno scoperto mercoledì mattina i dipendenti dell'istituto, al momento dell'apertura. Immediata la comunicazione al dirigente scolastico Milena Cosimo, che a sua volta ha chiesto l'intervento dei carabinieri. Lo striscione è stato subito rimosso e sono in corso indagini per risalire agli autori materiali del gesto, anche se Lotta Studentesca ne ha rivendicato la paternità. Gli inquirenti stanno ascoltando diverse persone e verranno visionate le immagini della videosorveglianza presenti in zona. I carabinieri lo considerano un caso isolato, perché negli scorsi giorni non sono comparsi altri messaggi analoghi nell'area termale.

La rivendicazione

Un pannello che recita "L'Alberti è anti-antifa". Eloquente la grafia a cui fa da cornice la sigla LS di Lotta Studentesca, struttura giovanile afferente al partito di estrema destra Forza Nuova. Indubbi dunque gli autori, perché sui social del gruppo è stata pubblicato un messaggio esplicito che rivendica il gesto. «Il 29 marzo a Padova si è distinta un'insegnante di tale istituto per la partecipazione attiva ad una contromanifestazione organizzata da alcuni centri sociali. Lotta Studentesca si schiera contro la faziosità ideologica dei professori che propagandano le loro idee sessantottine. Per l’ennesima volta ci schieriamo in difesa dell’istituto contro l’antifascismo più fantasioso» si legge nella nota.

Il caso

Per capire cosa stia all'origine di questo atto dimostrativo bisogna tornare, appunto, al 29 marzo. Quella sera in centro a Padova sfila un corteo di Forza Nuova contro l'aborto, autorizzato dalla questura. In risposta, la sinistra sotto la guida del centro sociale Pedro organizza un sit-in che a sua volta si trasforma in corteo. Manifestazione non autorizzata, che in via Oberdan viene caricata dalla polizia in assetto antisommossa. Due attiviste vengono fermate e identificate, avrebbero insultato gli agenti sputandogli addosso. Un'ora dopo vengono rilasciate. Una è Maria Giachi, 30enne insegnante dell'Alberti. La notizia diventa pubblica e si scatena un pandemonio. La sinistra fa fronte comune per difenderla davanti a quella che viene giudicata una diffamazione. Scende in campo la politica, con il ministro Salvini a sostenere che una manifestante antifascista non dovrebbe insegnare in una scuola pubblica. Stanotte l'ultimo atto, con i giovani dell'ultra destra a sferrare l'ennesimo attacco diretto.

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