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Cronaca

Ucraina, presenti nel Padovano quasi 2.400 profughi: i dati aggiornati

Si tratta in prevalenza di donne e minori, tra i quali 145 minori non accompagnati per i quali è previsto l’affidamento ai servizi sociali dei comuni di domicilio

Si è riunita in Prefettura nella mattinata di oggi, giovedì 21 aprile, la “cabina di regia” istituita per gestire l’accoglienza dei cittadini ucraini presenti in provincia. All’incontro hanno partecipato, oltre ai vertici delle Forze di polizia, il vicepresidente della Provincia, l’assessore al sociale del Comune di Padova, i rappresentanti del Consolato ucraino, dell'Ulss 6  Euganea e del comune di Monselice, il Direttore della Caritas Diocesana e il Presidente del Centro Servizi Volontariato di Padova-Rovigo.

Arrivi

Nell’occasione il Prefetto ha fatto il punto della situazione sulla presenza di profughi ucraini in Padova e provincia. Alla data odierna, risultano presenti 2.390 persone, di cui 355 accolti nei CAS gestiti dalla Prefettura, 67 nell’Hub regionale di Monselice e 5 presso il Covid Hotel di Conselve. Si tratta in prevalenza di donne e minori, tra i quali 145 minori non accompagnati per i quali è previsto l’affidamento ai servizi sociali dei comuni di domicilio. Il Prefetto, nel sottolineare la centralità del tema, ha illustrato il contenuto del nuovo Piano per i minori stranieri non accompagnati adottato lo scorso 13 aprile dal Commissario delegato Prefetto Ferrandino. In particolare ha richiamato l’attenzione sulla necessità che le Associazioni di volontariato e gli enti del terzo settore che intendono operare trasferimenti nel territorio italiano di minori non accompagnati ne diano notizia, almeno 10 giorni prima fornendo ogni informazione utile. A tale notizia seguirà la convocazione in Prefettura, d’intesa con il commissario delegato, di un tavolo di coordinamento con le Istituzioni coinvolte per programmare risposte adeguate sotto il profilo educativo e sanitario. Il Prefetto Raffaele Grassi sta lavorando per proseguire nell’ampliamento della rete di accoglienza dei CAS, come peraltro già realizzato, in maniera significativa, dalla fine di febbraio ad oggi. Resta estremamente importante la collaborazione delle associazioni del terzo settore, oltre alla necessità di un raccordo e coordinamento degli interventi dei vari enti istituzionali e delle Forze dell’Ordine. 

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