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Cronaca

Due casi di West Nile, e il primo in Italia di "virus Toscana": peggiora la situazione sanitaria nel Padovano

Due casi di West Nile, uno di "virus Toscana" (il primo in Italia) e 14 di vaiolo delle scimmie: se il Padovano non è il centro italiano dei virus, poco ci manca

Due casi di West Nile, uno di "virus Toscana" (il primo in Italia) e 14 di vaiolo delle scimmie: se il Padovano non è il centro italiano dei virus, poco ci manca.

West Nile

Per quanto riguarda il virus West Nile al 73enne ricoverato dal 6 luglio a Schiavonia e che, arrivato con un quadro clinico importante a livello neurologico, sta migliorando si aggiunge un uomo di Piove di Sacco recatosi nei giorni scorsi in Azienda Ospedaliera a Padova a donare il sangue, azione che compie abitualmente: l'analisi del plasma prelevato avrebbe dato l'infausto esito, con il donatore che non risulta però ricoverato.

Virus Toscana

Sempre nel Padovano, però, è comparso anche il primo caso di "virus Toscana" (chiamato così in quanto scoperto a Grosseto nel 1971 dalla virologa Paola Verani), che simile al West Nile ha colpito un 82enne di Teolo, che si trova ricoverato dal 12 luglio nella Clinica Neurologica dell'Azienda Ospedaliera, dove è arrivato in ambulanza in seguito al morso proprio di un pappatacio. Le condizioni dell'anziano, apparse subito serie, stanno lentamente migliorando grazie alla terapia adottata, facendo ben sperare per il prosieguo della convalescenza.

Vaiolo delle scimmie

L'Azienda Ospedaliera di Padova ha invece registrato nel pomeriggio di ieri, venerdì 15 luglio, due nuove positività al Vaiolo delle Scimmie. Si tratta di due uomini di 30 e 40 anni. Il quarantenne è attualmente ricoverato presso il reparto di Malattie Infettive; per il secondo caso è in corso di valutazione se sarà necessario ricorrere al ricovero o se è sufficiente una terapia domiciliare. «Complessivamente, con questi ulteriori due casi, salgono a 14 le persone contagiate dal Monkey Pox curate presso l’ospedale di Padova - rende noto il Direttore Generale dell’Azienda Ospedale Università di Padova, Giuseppe Dal Ben- Chi ha avuto contatti con qualcuno con un'eruzione cutanea simile al vaiolo delle scimmie, o che abbia avuto contatti con qualcuno che ha un caso probabile o confermato di vaiolo delle scimmie, è ad alto rischio di infezione». Aggiunge  la dott.ssa Anna Maria Cattelan, direttrice delle Malattie Infettive: «Il primo campanello d’allarme sono le lesioni, più o meno piccole, che compaiono nella zona genitale. Ma attenzione in alcuni casi abbiamo riscontrato queste lesioni anche in altre parti del corpo, come le spalle, le mani il collo.. È fondamentale che chi sospetta di essere stato contagiato e ha sintomi riconducibili al Vaiolo delle Scimmie contatti immediatamente il medico di base e si rechi presso le strutture sanitarie. Non è una malattia che possiamo definire grave, ma i nostri studi condotti in collaborazione con strutture internazionali hanno riscontrato comunque che in alcuni casi minoritari, attorno al 2 o 3% dei pazienti, possano sorgere complicanze che possono mettere in pericolo di vita la persona contagiata. La malattia si contrae prevalentemente con il contatto con le lesini cutanee e quindi tutti i contatti molto ravvicinati, come quelli sessuali, possono favorire la trasmissione dell’infezione. Da sottolineare che il preservativo, in questo caso, non protegge dall’infezione, essendo le pustole infette diffuse su ampie zone del corpo». Ai pazienti che accedono presso le strutture dell’Azienda Ospedale Università di Padova con sintomatologia sospetta da Monkey Pox vengono effettuati una serie di screening per altre patologie potenzialmente concomitanti.
«Da parte nostra - prosegue la dott.ssa Cattelan - arriva un richiamo deciso alla prudenza. È importante prestare particolare attenzione ai comportamenti a rischio in queste settimane: il virus, per quello che abbiamo osservato, sta colpendo soprattutto i giovani adulti di sesso maschile. È importante osservare almeno 21 giorni di isolamento una volta contagiati, per permettere la rimarginazione totale delle lesioni».

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