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Economia

Il comune di Conselve pone tra le somme di dubbia esigibilità l’elargizione di 120 mila euro dei proprietari del capannone trasformato da industriale a commerciale

Il presidente dell'Ascom Zilio: “Taluni sindaci danno più credito al primo che passa piuttosto che ai commercianti da sempre presenti sul territorio”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Quando si trattò di comunicare che contro la decisione del comune di Conselve di variare parzialmente il Prg per trasformare un capannone da industriale a commerciale (dove poi si è insediato un bazar), l’Ascom aveva deciso di opporre ricorso al Tar, all’Associazione Commercianti avevano usato un’espressione della cultura popolare: “Quasi sempre la gatta frettolosa fa i gattini ciechi”.

A distanza di mesi da quella sortita dell’allora neoeletta amministrazione comunale e della relativa alzata di scudi da parte dell’Ascom Confcommercio (con annessa facile profezia), arriva ora la notizia che dei 120 mila euro promessi dai proprietari del capannone al comune a titolo di elargizione, non se n’è vista nemmeno l’ombra.

“Apprendiamo e sfavorevolmente commentiamo – dichiara Fernando Zilio, presidente provinciale dell’Ascom Confcommercio – che il comune di Conselve avrebbe intrapreso la procedura per escutere la fidejussione e che questa, nonostante di acqua ne sia passata sotto i ponti, dovrebbe concretizzarsi nella disponibilità della somma nell’arco di poche settimane”.

“Di questo – continua Zilio - non posso che rallegrarmi col sindaco Ruzzon per il suo (quasi) raggiunto obiettivo, ma al di là della vicenda in se stessa (sulla quale pende comunque il nostro ricorso) ci sono due aspetti che meritano di essere sottolineati. Il primo è che taluni sindaci (Limena docet) sono più propensi a credere al primo che gli propone soldi facili, piuttosto che a chi, come i commercianti, sono da tempo presenti sul territorio e, col loro lavoro e la loro iniziativa, ne hanno favorito lo sviluppo. Il secondo è che i danni che vengono causati con queste iniziative improvvide, anche se col tempo dovessero essere sanati giuridicamente, nella sostanza danni rimangono perché, nel frattempo, l’economia ha subito i contraccolpi dell’avvento dei mega centri, mega store e mega bazar e ciò che è stato, ovvero il tessuto di piccoli negozi di vicinato, è andato irrimediabilmente perduto”.

Tornando alla vicenda conselvana una cosa all’Ascom Confcommercio non appare chiara: perché mai, infatti, il comune ha deliberato una determina ponendo la somma tra quelle di dubbia esigibilità. Se c’è la fidejussione non c’è motivo per temere che questa non venga onorata. A meno che …

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