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«Contro il "codice della strage" di Salvini»: la mozione di Gallani e Nalin

Le consigliere di Coalizione Civica hanno depositato una mozione in contemporanea con altri loro colleghi di Comuni italiani, in cui si chiede ai sindaci e ad Anci, regionali e nazionale, di frenare rispetto all'adozione del nuovo testo del codice

«Dopo la forte mobilitazione nazionale dei giorni scorsi si prova a fermare un testo che mette a rischio la sicurezza stradale e limita l’autonomia delle amministrazioni locali», premettono le due ex assessore e consigliere comunali in relazione a quella che è la proposta di Matteo Salvini riguardo il nuovo codice della strada. «Nei giorni scorsi in tutta Italia c’è stata una forte mobilitazione contro quello che viene chiamato il “Codice della strage”, promossa da decine di associazioni tra cui Legambiente e Fiab». Sulla scia di questa mobilitazione le consigliere di Coalizione Civica per Padova Marta Nalin e Chiara Gallani hanno depositato ieri una mozione in contemporanea con altri consiglieri di comuni italiani. Una mozione in cui si chiede ai sindaci e ad Anci, regionali e nazionale, di frenare rispetto all'adozione del nuovo testo del codice. Questa mattina il ministro Salvini che è quello che di fatto ha proposto una serie di novità rispetto al nuovo codice della strada, ha ironizzato su coloro che si oppongono a questa proposta, facendo proprio riferimento a chi nei comuni non è d'accordo con la sua proposta.

Chiara Gallani, consigliera comunale di Coalizione Civica commenta: «Concordiamo con i promotori della mobilitazione nel dire che si tratta di misure inefficaci che non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della mortalità stradale e sulla prevenzione. Un salto indietro di almeno 20 anni che, in sintesi, riduce limitazioni, controlli e multe per i veicoli a motore e restringe l'autonomia e gli interventi per i Comuni in favore degli utenti più vulnerabili, pedoni, ciclisti e persone con disabilità.Le ciclabili, ad esempio, saranno meno sicure perché viene tolta la possibilità di renderle visibili anche con segnaletica orizzontale sulla sede stradale, cancellato l’obbligo per gli automobilisti di dare la precedenza ai ciclisti sostituito da un generico e inapplicabile obbligo di “prestare attenzione”. Questo è solo un elenco parziale di misure che anziché lavorare su prevenzione e sicurezza, assecondano la volontà salviniana di rendere le nostre strade un campo di battaglia dove vige la legge del più forte, cioè le auto. Padova sta investendo sulla mobilità dolce e ciclabile, oltre che sulla mobilità sostenibile in generale e con queste norme anche il lavoro che portiamo avanti in città è a rischio»

«Questa riforma limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali», afferma l’assessore alla mobilità Andrea Ragona. «Un codice che oltre a mettere in pericolo tutte le persone che si muovono in bicicletta e in generale gli “utenti deboli” della strada, costringerà le amministrazioni a spendere soldi per andare ad eliminare interventi realizzati non più di due anni fa. Uno spreco di denaro pubblico, una tela di Penelope che purtroppo si fa e si disfa con risorse pubbliche», ha commentato l'assessore Ragona. 

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