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Inceneritore, si va al Consiglio di Stato: «Con la quarta linea si bruceranno più rifiuti»

Per comitati e medici per l'ambiente la ricetta è una sola: «Bisogna ridurra la quantità dei rifiuti che vanno bruciati e aumentare riciclo, riuso e differenziata. Così non ci sarebbe alcun bisogno di aumentare l'incenerimento». Chiamano in causa il Comune, che si è defilato, e accusano Hera di conflitto d'interesse

«Abbiamo presentato il ricorso al Tar che ci ha dato torto, dando invece ragione a Hestambiente, per questo ci siamo rivolti al consiglio di Stato», spiegano dal Comitato No 4 Linea, riferendosi all'inceneritore di San Lazzaro. Cerchiamo di capire perché non è andato a buon fine il primo ricorso: «Il Tar non è entrato nel merito delle nostre osservazioni ma ha invece preso come termini dati che non sono reali, confrontando quello che succederebbe bruciando 219mila Tonnellate. Gli inquinanti aumenterebbero, che è poi quello che dicono anche i dati che la stessa Hestambiente. Non è che perché sarebbe di una tecnologia avanzata, questa quarta linea, non ci sarebbe una maggiore produzione di Co2 o di altri agenti inquinanti».

Inquina di più o meno, chiediamo. Che è poi quello che i cittadini vogliono davvero comprendere. «Certamente di più, quindi non capiamo come il Tar abbia dato ragione a loro. Lo ha fatto confrontando dati non reali, dicendo che gli autorizzati sono 245mila, quindi 219mila sono meno. Ma la realtà è che al massimo sono state bruciate 170mila Tonnellate di rifiuti in questi anni». I tempi per avere una risposta saranno di certo lunghi. Il Comune alla discussione finale del progetto ha detto No alla quarta linea. «Questo però non ha avuto seguito, non c'è stata alcuna altra azione. Ci hanno negato l'aiuto per il ricorso», fanno notare. Qualche settimana fa, un'iniziativa alla quale abbiamo dato spazio anche noi, è stata lanciata da Isde, i medici per l'ambiente, la proposta di fare un bio-monitoraggio su 200 bambini che vivono nell'area dell'inceneritore. «Anche su questo progetto di raccolta dati non c'è stata collaborazione,  la discussione ruota solo attorno al cercare di capire chi dovrebbe pagare il bio-monitoraggio. E l'unica soluzione è fare da soli». 

Consumo di suolo, inquinamento, problematiche ambientali ce ne sono eccome: «È la nostra aria che è fuori dai parametri di legge: da anni superiamo di molto il numero di sforamenti consentiti del limite giornaliero delle polveri sottili PM10, motivo per cui siamo sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea». La questione è legata alla salute, inutile girarci tanto intorno:  «Noi vogliamo che i cittadini siano informati su questo. La Regione ha chiesto a Hestambiente di bruciare più rifiuti, noi diciamo invece di aumentare la raccolta differenziata». E perché non si fa, perché non c'è reale interesse a intensificarla, quelli del Comitato No 4 Linea lo spiegano anche così: «Hestambiente brucia rifiuti provenienti da tutta la regione, come gli stabilimenti di Fusina e Schio. AcegasAps raccoglie i rifiuti, ma entrambe fanno parte di Hera, c'è un evidente conflitto d'interesse. Quello che sosteniamo noi del Comitato ma anche Isde e tante altre realtà che si occupano di tutela dell'ambiente, è quello di aumentare la raccolta differenziata, che a Padova è il 63% e portarla al 90%. Così facendo la quarta linea non avrebbe più nessuna ragione d'essere. Non avrebbe alcuna utilità, a parte fare guadagnare di più Hera». Per comitato e medici per l'ambiente la ricetta è una sola: «Bisogna ridurre la quantità dei rifiuti che vanno bruciati e aumentare riciclo, riuso e differenziata. Così non ci sarebbe alcun bisogno di aumentare l'incenerimento».

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