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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Lorenzoni interviene a favore della legge sul fine vita e cita il cardinale Carlo Maria Martini

Arturto Lorenzoni voterà favorevolmente nel giorno in cui in Consiglio si vota sulla norma regionale che definisce tempi e modi di valutazione delle richieste di suicidio medicalmente assistito

«Oggi chi mette in discussione il diritto di divorziare, anche se la scelta che ciascuno di noi fa non è dettata dalla legge, ma dalla propria concezione della vita e della relazione con il proprio coniuge? E il fatto che la legge condizioni il concetto di ciò che è lecito è vero solo se non abbiamo fiducia nell’uomo. Il fatto che i divorzi siano aumentati è dovuto alla durezza del nostro cuore, non alla legge. Le relazioni si rompevano di fatto anche quando il divorzio non era legale, ma un velo di ipocrisia copriva tutto». E' uno dei passaggi più significativi del consigliere regionale Arturo Lorenzoni intento a dimostrare come certe pratiche è meglio che si svolgano alla luce del sole perché sono in ogni caso presenti nella società. 

«La vita è libertà, senza libertà non possiamo dire che una vita sia piena. Ma chi decide cosa mi fa sentire libero? Libero da cosa? Ho conosciuto persone costrette ad essere immobili con una libertà immensa. Libero dalla paura in primo luogo. Solo io posso decidere quali sono le paure da cui voglio essere liberato. Anche dalla paura della morte e solo io so cosa mi libera da quella paura. Non una regola, non una legge. Nella società in passato le regole erano date dall’esterno, ci si affidava ad autorità morali, religiose o laiche. Ancora oggi in alcune parti del mondo.  Ma da noi non è e non può essere cosi. Le pretese autorità morali sono cosi tante, così vicine, che siamo sollecitati in ogni direzione. Le scelte, nel bene e nel male, oggi sono nostre, individuali». Lorenzoni poi cita il cardinale Carlo Maria Martini il quale nel 2006 scrisse: «Le nuove tecnologie che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovano più alla persona», ricorda l'ex vice sindaco di Padova, che commenta così: «E' curioso che in merito alla sua scelta di non ricevere l’alimentazione forzata egli abbia confidato che era consapevole ci fosse chi lo attaccava da una parte e chi dall'altra».

Lorenzoni voterà favorevolmente quindi: «Io credo che con questo provvedimento lo straordinario tessuto sociale di assistenza, di solidarietà, che caratterizza la nostra regione, non venga gravemente tradito e sovvertito. Anzi, quel tessuto è la forza che ci da la fiducia di credere che l’amore per la vita non è affidato ad una legge, ma alla forza che sta dentro ciascuno di noi. Non riconoscere questa forza sarebbe una mancanza di fiducia verso le persone del Veneto. La mia stima e considerazione verso le donne e gli uomini del Veneto mi fanno credere che questa legge non indirizzerà la nostra società verso l'indifferenza ai più deboli. Certo, a noi sta operare, come singoli e come legislatori, perché le alternative siano messe in atto. Perché ognuno senta sempre e comunque il valore della propria vita». Infine conclude: «La scelta che dobbiamo compiere oggi è antropologica. E’ legata all’idea dell’uomo che abbiamo. L’individuo ha la capacità di individuare e scegliere ciò che è bene per sè stesso? Io credo di si. Ma si tratta di un grande atto di fiducia verso ogni uomo e donna: consentire al SSR di assecondare anche la scelta più drammatica per il rispetto delle aspirazioni di tutti non significa spingere per scelte di morte, ma di libertà. O di liberazione».

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