rotate-mobile
Politica

Nuovo inceneritore: l'assessore regionale Bottacin conferma il progetto alle commissioni riunite

L'ass. regionale Bottacin è intervenuto in videoconferenza alla seduta congiunta delle commissioni Bilancio, Qualità della Vita e Ambiente. Intanto lunedì i Medici per l'ambiente (Isde), contrari al progetto, hanno spiegato le loro ragioni a Giordani

Una maggior efficienza in conseguenza a una maggior produzione di energia termica ed elettrica, minori emissioni inquinanti e minori costi di smaltimento. A ricordare quali sarebbero i benefici nella realizzazione della quarta linea dell'inceneritore in zona residenziale, dove si trovano già tre linee di incenerimento, è stato l’assessore regionale all’Ambiente, Giampaolo Bottacin, intervenendo in videoconferenza alla seduta congiunta delle commissioni Bilancio, Qualità della Vita e Ambiente di Palazzo Moroni indetta appositamente. 

Assessore Bottacin

«La capacità massima dell’impianto di viale della Navigazione Interna resterà esattamente quella attuale, che è stata già autorizzata nel 2017». Si tratta di 245 mila tonnellate di rifiuti bruciati all’anno. «Sarà ovviamente vincolato alla dismissione delle due linee più vecchie», ha precisato, con l'obiettivo di «aumentare l’attività di termovalorizzazione e diminuire, fino ad azzerarla, la quantità di rifiuti che vengono mandati nelle discariche. Malgrado una percentuale di raccolta differenziata che sfiora il 75% ci sono ogni anno circa 700 mila tonnellate di secco che da qualche parte vanno smaltite. E al momento, meno di 240 mila vengono trattate negli impianti di Padova e di Schio. Mentre tutte le altre vengono appunto spedite in discarica». L'assesore Bottacin ha anche ricordato che «il progetto è stato per tempo illustrato al Comune, che peraltro è socio di Hera. E non solo in questi giorni, la mia interlocuzione con il sindaco Sergio Giordani è costante».

Comune

Il sindaco Giordani intanto, a inizio settimana ha incontrato anche i rappresentanti di, ISDE, Medici per l'ambiente, assieme al Comitato Stanga e altre associazioni. Presente anche il consigliere comunale Luigi Tarzia. ISDE, rappresentato dalla dott.ssa Maria Elena Martinez, ha esposto le azioni che il comune può compiere per salvaguardare la salute dei cittadini. «In un territorio considerato da tale direttiva già altamente inquinato, la direttiva afferma che le emissioni si possono esclusivamente ridurre e non aumentare. La 4ª linea, assieme alla 3ª linea, non brucerà solo le attuali 155 mila tonnellate/anno di rifiuti ma andrà ben oltre, per lo meno di un 40% in più. Per quanto per singolo chilo di rifiuto la 4° linea inquini meno della prima e la seconda linea, andando a bruciare molti più rifiuti, inquinerà anche di più».

Zona residenziale

«Va considerato - hanno fatto presente al Sindaco - che l'inceneritore quando fu costruito 40 anni fa, insisteva su zone non residenziali, mentre oggi decisamente lo sono diventate. Basta pensare a tutta la zona di San Gregorio, a pochi metri in linea d'aria dall'inceneritore, Terranegra, Forcellini, oltre a Camin e San Lazzaro. Senza considerare che a San Lazzaro, nei pressi dell'attuale inceneritore, è prevista la realizzazione del Nuovo Ospedale di Padova»

Conflitto di interessi

Isde poi insiste anche su un altro punto: «Attualmente Hera gestisce sia l'incenerimento dei rifiuti sia la raccolta differenziata. È un palese conflitto di interessi, visto che Hera guadagna dall'incenerimento dei rifiuti. Perciò riteniamo opportuno togliere ad Hera la gestione dei rifiuti e creare un consorzio dei comuni che hanno attualmente la raccolta dei rifiuti gestita da Hera, in modo da riportare la gestione di questo bene pubblico in mano hai comuni. Questo è già avvenuto ad esempio a Forlì, dove c'è un inceneritore di Hera: il togliere ad Hera i rifiuti ha portato a un miglioramento della raccolta differenziata, attualmente sono all'80% di rifiuti riciclati».

Piano rifiuti

Isde chiama in causa la Regione e spiega perché serva un piano rifiuti tutto nuovo: «Il piano dei rifiuti è una priorità - insistono i Medici per l'ambiente - prima di qualunque autorizzazione a costruire una quarta linea di incenerimento in quanto è scaduto nel 2020. Considerando che si sta pensando di aprire Ca Del Bue a Verona, Fusina a Venezia, oltre a Schio e Padova già esistenti, per fare tutto ciò risulta logico fare prima programmazione per i prossimi anni con un piano dei rifiuti attuale, che indichi chiaramente le esigenze regionali di incenerimento in base a i quantitativi di rifiuti attualmente prodotti dalla regione, e gli obiettivi di riciclaggio. Va inoltre considerato che a seguito della sentenza del TAR del Lazio del 10 Ottobre 2020 lo sblocca italia non è più in vigore, e che quindi non potranno più arrivare rifiuti da fuori regione. Il piano dei rifiuti regionale è un obbligo imposto dalla legge e risulterebbe perlomeno illogico dare autorizzazioni a future costruzione di impianti sulla base di un piano scaduto».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nuovo inceneritore: l'assessore regionale Bottacin conferma il progetto alle commissioni riunite

PadovaOggi è in caricamento