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Provincia traballa, Lega spaccata Chieste le dimissioni di Marcato

Terremoto a Palazzo santo Stefano: giovedì la lotta intestina fra bossiani e maroniani a Palazzo Santo Stefano ha fatto slittare l'approvazione del Bilancio 2013, col rischio di pesanti danni economici

Dopo quattro anni di governo a maggioranza compatta Pdl-Lega Nord, la Provincia di Padova subisce i contraccolpi della crisi del Carroccio, diviso fra correnti diverse e a quanto pare non più disposte al compromesso. La maggioranza traballa dopo la bocciatura di giovedì, da parte dei "maroniani", del piano triennale delle opere pubbliche 2013-2015, un documento fondamentale, senza il quale non è possibile procedere all'approvazione del bilancio di previsione 2013. Un vero e proprio terremoto per la giunta con a capo Barbara Degani, e un'empasse che rischia di costare caro anche all'erario.

LA VOTAZIONE. Sei consiglieri del Carroccio - Alessandro Paiusco, Bruno Centenaro, Bruno Cavinato, Pietro Giovannoni, Mauro Spigarolo e Andrea Draghi - dopo aver chiesto le dimissioni del vicepresidente Roberto Marcato, bossiano doc, hanno votato contro il piano triennale che è stato bocciato con 18 voti contrari, 15 favorevoli e 2 non votanti. Conseguenza diretta lo slittamento dell'approvazione del Bilancio 2013. Uno sbarramento di carattere puramente politico che ha portato a galla la lotta intestina fra gli assessori, tutti devoti al Senatur, e i consiglieri, per la maggioranza vicini a Roberto Maroni e a Flavio Tosi. Dopo il voto la seduta è stata sospesa e la presidente della Provincia, Barbara Degani (Pdl), ha fatto sapere che riconvocherà d'urgenza il consiglio per una seconda votazione tra una settimana. In gioco c'è il rischio di danno erariale legato a dei mutui da estinguere e conseguenti interessi maggiori, nel caso in cui l'approvazione slittasse oltre il 30 giugno.

     

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