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Sanità, Crisanti attacca Lanzarin e i dirigenti dell'assessorato

Sull'assessore alla sanità del Veneto e su tre importanti dirigenti cala la scure dello scienziato che più in generale accusa palazzo Balbi di non avere dato il via ad uno screening sanitario utile a comprendere le implicazioni sulla salute umana della maxi contaminazione da derivati del fluoro imputata alla Miteni

La scelta di non avviare una adeguata indagine epidemiologica per dare conto degli effetti sulla salute dei residenti della maxi contaminazione industriale da derivati del fluoro, i temutissimi Pfas, che ha colpito Veronese, Vicentino e Padovano fu «una scelta politica della Regione Veneto». È un attacco senza precedenti quello partito da Andrea Crisanti all'indirizzo di palazzo Balbi. Il senatore eletto da indipendente nel Pd, già docente di infettivologia alla clinica universitaria dell'Ospedale di Padova, il 10 ottobre ha usato la sua pagina Facebook per distillare un giudizio spietato. Un giudizio che peraltro che si colloca nel solco delle polemiche che da giorni stanno accompagnando sia il processo Miteni, l'industria trisisnese accusata di avere contaminato la falda a causa dei reflui illecitamente dispersi nell'ambiente, sia la querelle attorno allo screening sanitario che non sarebbe mai partito: una vicenda ribattezzata sui media come «il caso dello studio desaparecido».

LA TESTIMONIANZA CHIAVE DELL'ALTO FUNZIONARIO DELL'ISS
Secondo Crisanti la testimonianza durante l'udienza del processo Pfas del 29 giugno resa da Pietro Comba, già alto funzionario dell'Istituto superiore di sanità, l'Iss, assieme alle recenti rivelazioni de Il Fatto sulla corrispondenza interna allo stesso istituto costituiscono una sorta di indicazione indiretta della condotta della Regione.

IN QUATTRO SULLA GRATICOLA E LA STAFFILATA AL GOVERNO NAZIONALE
«Quanto emerso rappresenta un'ulteriore conferma dell'irresponsabilità, dell'incompetenza e dell'arroganza dei vertici della Regione Veneto, a partire dall'assessore alla sanità Manuela Lanzarin, dal direttore generale della Sanità Massimo Annichiarico, dal direttore di Azienda zero Roberto Toniolo e dalla responsabile della Direzione prevenzione sicurezza alimentare e veterinaria Francesca Russo». Ai quali viene ascritto il gravame «della sciagurata omissione dello studio. Gli stessi - attacca ancora lo scienziato - che hanno portato il Veneto al disastro della seconda ondata della pandemia da Covid-19. Sul tema, ho personalmente interrogato mesi fa i ministri dell'Ambiente, della Salute e perfino del Made in Italy, ma nessuna risposta è pervenuta. Questo rende il governo complice di questo scandalo». Questo è quanto riferisce lo scienziato padovano di natali romani.

L'AFFONDO DI BIGON, LUISETTO E ZANONI
Non meno taglienti, sullo stesso argomento, sono le parole di tre consiglieri regionali veneti del Pd che siedono tra le fila della opposizione di centrosinistra. Si tratta di Anna Maria Bigon, Chiara Luisetto e Andrea Zanoni. I quali sul blog di quest'ultimo non più tardi di ieri hanno attaccato frontalmente anche il governatore leghista del Veneto Luca Zaia.

LA TASK FORCE «SPARITA DAI RADAR»
«Nel marzo 2016 - scrivono i tre - il presidente della giunta regionale Zaia annunciava addirittura la nascita di una task force di super-esperti senza precedenti che, ovviamente, avrebbe dovuto risolvere i problemi: task force sparita dai radar. Nel febbraio 2017, Zaia annunciava poi un piano di caratterizzazione del sito della Miteni con carotaggi a maglia stretta anche nelle aree interne all'impianto Miteni» di Trissino nell'Ovest vicentino. La quale, unitamente ad una quindicina di manager direttamente o indirettamente legati alla società, per l'appunto è a processo davanti al tribunale penale di Vicenza dove la procura della repubblica accusa la ditta di una sfilza di gravissimi reati ambientali e fallimentari.

«LE SPARATE» DI ZAIA E LA BONIFICA «RIMANDATA ALLE CALENDE GRECHE»
Ma quale sarebbe il risultato degli annunci della giunta regionale? «Sui settemila carotaggi promessi per la caratterizzazione finalizzata alla comprensione reale dell'inquinamento in essere - attaccano ancora i tre democratici - ne sono stati completati poco più dell'1% e anche la bonifica viene rimandata alle calende greche. Il presidente Zaia - aggiungono Zanoni, Luisetto e Bigon - non è mai andato oltre le sparate. È dal 2018, come è stato rivelato nel corso del processo Miteni... dal responsabile del Dipartimento di epidemiologia ambientale dell'Iss Pietro Comba, che doveva essere realizzata questa indagine epidemiologica, il tutto sulla base di un accordo tra Iss e Regione Veneto che però è stato tenuto nel cassetto. Il presidente Zaia, che non risponde ad alcuna interrogazione sulla vicenda, dovrà renderne conto in qualche modo».

LA BORDATA DI GUARDA: GLI ATTI ISPETTIVI SENZA «RISPOSTA»
E non è finita perché sullo stesso tema ad accendere le polveri l'altro ieri era stato un altro inquilino di palazzo Ferro Fini. Si tratta della consigliera di Europa verde Cristina Guarda che milita pure lei tra le fila della opposizione di centrosinistra. In un dispaccio diramato il 9 ottobre l'esponente verde aveva bastonato pesantemente palazzo Balbi. «Nonostante siano trascorsi alcuni mesi, dalla giunta regionale - si legge - non giunge risposta agli atti ispettivi sulle ragioni della mancata attivazione della indagine epidemiologica, inoltre, non è dato sapere quali azioni l'esecutivo stia valutando al fine di indagare sugli effetti nella popolazione della contaminazione da sostanze Pfas sull'organismo».

IL DIBATTITO A SCHIO E LO SPECIALE DEL MAGAZINE PESARESE
Peraltro il tema del rapporto tra Pfas e salute, soprattutto alla luce del momento di grande difficoltà che sta attraversando la sanità pubblica veneta (in buona compagnia con quelle di tutto il Paese) sarà al centro di un incontro pubblico in calendario venerdì 13 ottobre ore 20.30 presso la sala convegni del centro polivalente Faber box di Schio in viale Tito Livio 23. Da tempo ormai l'affaire Miteni, considerato da tempo «il più grave caso di contaminazione da derivati del fluoro al mondo» molto di frequente travalica i confini del Nordest e pure quelli nazionali. Ad occuparsi della vicenda con un lungo servizio pubblicato ieri è Radarmagazine.it una rivista dedicata agli approfondimenti nazionali e internazionali con base a Pesaro. Che dedica alla traversia affrontata dai residenti del Veneto centrale uno speciale in tre sezioni realizzato da Gianluca Liva ai testi e da Stefano Schirato alla parte fotografica. La prima è intitolata «Convivere con il disastro», la seconda è intitolata «Una vita dedicata alla lotta contro i Pfas» (contiene una intervista esclusiva all'avvocato americano Robert Bilott che negli Usa da anni conduce una battaglia legale contro i Pfas) mentre per la terza si è scelto un titolo che non lascia molto all'immaginazione: «Acqua, sangue Pfas: il disastro ambientale del Veneto».

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