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Selvazzano Civica: «I migranti si nascondono nei Tir a causa dell'incapacità dei governi»

La notizia del ritrovameno di sei persone rinchiuse nel rimorchio di un camion proveniente dalla Bosnia ha scosso la comunità di Selvazzano Dentro. Una vicenda che ha dell'incredibile se relazionata alla cittadina poco fuori Padova, ma purtroppo sono situazioni che si ripetono da anni

La notizia del ritrovameno di sei persone rinchiuse nel rimorchio di un camion proveniente dalla Bosnia ha scosso la comunità di Selvazzano Dentro. Una vicenda che ha dell'incredibile se relazionata alla cittadina poco fuori Padova, ma purtroppo sono situazioni che si ripetono da anni. E la poliica locale, anche in vista delle prossime elezioni, da una parte si interroga e dall'altra avanza proposte o comunque mette in discussione la gestione attuale in materia di immitrazione, come fa la lista Selvazzano Civica.

«Ci solleva sapere che tutte quelle persone siano giunte a Selvazzano sane e salve, malgrado le tante ore di viaggio al freddo e in condizioni precarie – afferma l’ex consigliere di minoranza Vincenzo Vozza, che durante l’amministrazione Rossi aveva l’incarico alle Politiche migratorie e ai Diritti umani, e aveva ottenuto l’adesione del Comune al progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) in coda al Comune di Padova – Seguiremo l’evolversi della situazione, auspicando ad una presa in carico di queste persone, e in particolare della donna incinta. Ritengo sia sempre necessario, oggi, anche se triste in questo contesto politico, ricordare che si tratta innanzitutto di persone, ma a volte l’opinione pubblica e le politiche del centrodestra tendono a dimenticarlo. Non ci sono colpevoli, e a mio avviso, non ci sono nemmeno reati: sono solo persone che hanno rischiato consapevolmente la propria vita come gesto disperato per trovare una seconda possibilità; a farne le spese indirettamente il camionista e l’emporio di Selvazzano, che in questa vicenda, tuttavia, sono vittime tanto quanto i migranti, e hanno la mia solidarietà. Vittime delle politiche nazionali che dal 1998 hanno modificato per quindici volte la normativa sui centri di detenzione amministrativa per migranti irregolari, senza mai trovare una soluzione efficace».

Vozza punta il dito sulle responsabilità dello Stato: «Chi, come il camionista e l’imprenditore, paga le tasse allo Stato Italiano, dovrebbe sentirsi vittima di un governo che a fronte dei 42,5 milioni previsti dalla finanziaria di fine 2022 (per il triennio 2023-2025), sprecati per rafforzare il sistema dei Cpr (Centri di permanenza per i rimpatri) – cifra che non include i costi del personale di polizia e di manutenzione delle strutture – ha provveduto a mantenere in piedi un sistema fallimentare: nel 2022 sono transitati 6.383 migranti, il 68,7% in più rispetto al 2021 (4.387), ma solo la metà dei trattenuti (49,4%) ne è uscita per rientrare nel Paese d’origine (3.154), un’incidenza in linea con quella degli anni precedenti (50,9% nel 2022 e 49,0% nel 2021), ad evidenziare che la scarsa efficacia delle misure adottate. Ci preoccupa il passaggio da un modello di accoglienza basato sulla protezione e l’inclusione dei richiedenti asilo a un sistema che ne produce l’isolamento, li considera irregolari e li tratta come un pericolo sociale. Invece di incentivare canali sicuri di ingresso per scongiurare ulteriori tragedie in mare e lungo le rotte terrestri, si sta realizzando uno smantellamento del diritto d’asilo e del relativo sistema di accoglienza».

Per Vozza, segretario dei Radicali Italiani di Padova, la lentezza e l’indecisione del Parlamento è una prima causa dell’attuale situazione: «Dal 2017 è ferma in Parlamento anche una proposta di legge di iniziativa popolare, “Ero straniero”, promossa dai Radicali Italiani, sottoscritta da più di 90.00 cittadine e cittadini, con l’obiettivo di programmare in modo sicuro gli ingressi in Italia, per far uscire dall’invisibilità e diventare regolari sulla base di un’offerta di assunzione o del radicamento nel territorio dove vivono le persone irregolari, mettendo fine alla situazione di precarietà e ricattabilità cui sono costrette. Non ci aspettiamo certo che il governo Meloni, il ministro Piantedosi o la maggioranza parlamentare si facciano interpreti di questa necessità. Ma l’opinione pubblica è sempre più consapevole dell’importanza di avere nuovi e diversificato canali legali di ingresso per lavoro come unica alternativa ai trafficanti e alle tragedie sulle rotte migratorie e come opportunità di crescita ineludibile per il Paese».

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