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Gelate tardive nella bassa, arrivano ristori per 4 milioni di euro

Tra il 7 e l’8 aprile perso il 90% del raccolto delle pere e il 75% delle mele, mentre il -90% per il miele. La Giunta regionale ha individuato i Comuni padovani interessati alla calamità. Cia: «Una boccata d’ossigeno»

Fu un disastro. Le gelate tardive del 7 e 8 aprile scorsi, quando di notte la temperatura scese fino a -7 gradi, bruciarono il 90% delle pere (varietà Abate, Conference, Williams, Kaiser, Decana) che stavano maturando e il 75% delle mele coltivate nell’area della Bassa Padovana. Misero in ginocchio pure il comparto apistico (-90% del miele di Acacia), per perdite totali che in tutta la provincia sono state quantificate in circa 8 milioni di euro.

Antonini

Nei giorni scorsi la giunta regionale ha approvato la “Proposta di declaratoria di eccezionale avversità atmosferica e delimitazione aree danneggiate dalle gelate eccezionali verificatesi nel mese di aprile 2021”; si tratta di un provvedimento propedeutico al fine di ottenere il parziale ristoro dei danni subiti, anche alla luce delle istanze che Cia ha sottoposto nelle sedi competenti subito dopo la calamità. Un passaggio burocratico cruciale. “Le imprese agricole, che si occupano di produzione vegetale e del comparto apistico, che hanno registrato danneggiamenti superiori al 30% della resa ordinaria potranno presentare una specifica richiesta di indennizzo – sottolinea il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini – Il fondo rientra nell’ambito delle risorse del Fondo di Solidarietà Nazionale, per un valore di 161 milioni a livello nazionale”. Secondo le prime stime, tra filiera frutticola e apistica, nel territorio padovano dovrebbero giungere 4 milioni di euro. “Si tratta di una boccata d’ossigeno per le centinaia di attività così duramente colpite – aggiunge il direttore – Sappiamo già che le risorse non basteranno a colmare le perdite; tuttavia, rappresentano un punto dal quale ripartire, soprattutto in un periodo difficile, anche a motivo del covid, qual è l’attuale”.

Cia

“E pensare che fino a quel momento c’erano tutti i presupposti per una stagione frutticola eccellente – analizza Cia Padova – La fioritura era spettacolare, si prospettava una resa ottima sia in termini di quantità che di qualità. All’improvviso le temperature sono scese di molto sotto lo zero, gli agricoltori non hanno potuto fare nulla per contrastare tale drastica diminuzione. A nulla sono valsi i trattamenti antibrina effettuati nei giorni precedenti l’ondata di gelo”. In realtà, rileva Cia Padova, sono più di due anni che il comparto frutticolo segna il passo: nel 2019 è esploso prepotentemente il problema della cimice asiatica, che ha compromesso oltre il 50% della produzione di kiwi e pesche, oltre appunto alle pere e alle mele. “A questo flagello adesso si sono aggiunte le criticità riconducibili ai fenomeni metereologici avversi degli ultimi mesi, comprese le recenti grandinate. Peraltro queste ultime si sono abbattute sempre nella zona della Bassa. Gli imprenditori agricoli hanno visto decimato gran parte del loro raccolto”.

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