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Progetto Liveraim, parte da Padova il più grande studio mai realizzato sulle malattie del fegato

L’ obiettivo è quello di progettare e validare una piattaforma di screening delle malattie del fegato con biomarcatori in modo che possa poi essere implementata su scala nazionale e in Europa

Al via un progetto di ricerca europeo che vede coinvolti ricercatori dell’Università degli studi di Padova e dell’Azienda Ospedale - Università di Padova che mira a migliorare la vita e la salute delle persone affette da malattie del fegato attraverso la conduzione del più grande studio mai realizzato in questo campo.

Fegato

«Le malattie del fegato, in particolare la cirrosi epatica e il cancro del fegato, ogni anno causano 300mila decessi in Europa ed hanno un impatto significativo sociosanitario - spiega il professor Paolo Angeli del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova e Direttore della Clinica Medica 5 (Medicina Interna ad Indirizzo Epatologico) dell’Azienda Ospedaliera - influenzando la qualità della vita, la produttività lavorativa e rendendo necessaria un'assistenza medica specialistica. Purtroppo, le malattie di fegato spesso progrediscono silenziosamente, in modo asintomatico, fino a quando non si manifestano gravi sintomi e complicanze della malattia. In questa fase avanzata, le opzioni terapeutiche sono limitate ed il trapianto di fegato è spesso l’unica opzione di cura. Tuttavia, se la malattia viene rilevata precocemente, durante lo stadio della fibrosi, si può prevenire la sua progressione attraverso interventi efficaci».

Ospedale e Università

«L’assenza di un programma di screening efficace - sottolinea il professor Salvatore Silvio Piano del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova e coordinatore del team padovano - rappresenta una barriera significativa all’identificazione precoce di tali patologie. Per questo da alcuni anni stiamo conducendo con successo uno screening delle malattie di fegato nella regione Veneto, utilizzando un esame non invasivo chiamato Fibroscan. Tuttavia, tale metodica è disponibile solo in centri specialistici, mentre se si vuole promuovere uno screening di popolazione su ampia scala è necessario coinvolgere maggiormente i medici di Medicina generale, fornendo loro uno strumento più semplice, come ad esempio un esame del sangue, che permetta di identificare accuratamente i soggetti a rischio di malattie di fegato che richiedono una valutazione specialistica».

Liveraim

È qui che entra in gioco il progetto Liveraim, che ha ricevuto un finanziamento totale di oltre 20 milioni di euro nell’ambito dell’Innovation Health Initiative Joint Undertaking, dei quali circa un milione e 800mila euro destinati all’Università di Padova e all’Azienda Ospedale-Università di Padova. L’ obiettivo è quello di progettare e validare una piattaforma di screening delle malattie del fegato con biomarcatori in modo che possa poi essere implementata su scala nazionale e in Europa. Nella prima fase verrà testata l’accuratezza di biomarcatori esistenti nell’identificare la fibrosi epatica. Questa fase prevede l’analisi di 30.000 campioni di plasma provenienti da coorti finanziate precedentemente dall'Unione Europea nell'ambito del programma Horizon 2020. Successivamente, utilizzando l'intelligenza artificiale, i ricercatori svilupperanno una piattaforma di screening per la diagnosi precoce della fibrosi epatica. Infine, tale piattaforma sarà rigorosamente validata in uno studio clinico randomizzato controllato coinvolgendo 100mila soggetti provenienti da sei Paesi dell'Unione Europea.

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