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Gli assessori da Anci per parlare di immigrazione: «Va implementato il Sai con 5mila posti»

Margherita Colonnello: Serve inserire una "clausola di Salvaguardia", estremamente necessaria per i Comuni, così come prevista già dalla direttiva del ministero dell'Interno. Resta tema di maggior criticità l'accoglienza dei minori non accompagnati»

Oggi, 18 settembre, si è tenuta una riunione della commissione immigrazione di Anci Nazionale sul tema immigrazione, alla quale ha partecipato anche l'assessora al sociale Margherita Colonnello. «Abbiamo partecipato alla commissione immigrazione convocata da Anci nazionale durante la quale abbiamo condiviso le proposte predisposte dall'assemblea a tal punto da sostenerle e ritenerle essenziali come linee guida da sottoporre al Governo per la gestione da parte delle nostre Città di un tema quanto mai sensibile e delicato qual è l'immigrazione e le sue ripercussioni all'interno dei territori comunali».

Il ruolo dello Stato centrale

«In primo luogo abbiamo condividiamo la richiesta che sia lo Stato centrale a prendersi capo della gestione dei cosiddetti "fuori quota" ovvero quei migranti, soprattutto provenienti dalla rotta balcanica, che arrivano nel nostro territorio in modo irregolare e spontaneo e che, quindi, vengono accolti in strutture di accoglienza messe a disposizione del singoli Comuni - evidenzia Colonnello - .Un processo che, con spirito di solidarietà, abbiamo il compito di gestire ma che ha delle ingenti ricadute economiche sui bilanci dei nostri Comuni. Mentre gli sbarchi a Lampedusa generano scalpore, ricordiamo che l'immigrazione prende principalmente la rotta dei treni da est e che questo filone non è adeguatamente gestito dagli Interni, con pesanti ricadute sociali e di sicurezza nei nostri territori».

Il Sai

«Riteniamo poi pienamente corretta la posizione dei Comuni italiani nel richiedere di implementare il Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione) con ulteriori 5000 posti proprio in considerazione delle attuali presenze, dei trend di arrivo e dei dati di turn over e, soprattutto, di inserire una "clausola di Salvaguardia", estremamente necessaria per i Comuni, così come prevista già dalla direttiva del Ministero dell'Interno dell'11 ottobre del 2016. E' fondamentale . continua l'assessora - .Inoltre che i Comuni che già appartengono alla rete Sai siano esentati dall'attivazione di ulteriori forme di accoglienza nella misura in cui il numero di posti Sai soddisfi la quota di posti assegnata a ciascun Comune. Resta tema di maggior criticità l'accoglienza dei minori non accompagnati: bisogna stabilire e strutturare una rete di centri di prima accoglienza esclusivamente a carico e sotto la responsabilità del Ministero dell'Interno e delle relative strutture periferiche. In questi  centri si procederà, in un tempo massimo di 45/60 giorni, all'identificazione e all'accertamento dell'età, del controllo sanitario e la verifica di parenti sul territorio. Concluso questo iter i minori non accompagnati saranno trasferiti esclusivamente in strutture del Sai i cui posti devono, come già sottolineato, essere ampliati. Sia per i minori che per gli adulti, si deve prevedere  il pieno coinvolgimento del Terzo settore. Anche per quanto attiene i Cas, pretendiamo un rapporto di maggior coinvolgimento e trasparenza da parte delle prefetture. Indispensabile, inoltre, rafforzare e potenziare gli uffici immigrazione delle Questure per velocizzare la identificazione e la regolarizzazione degli immigrati. In una situazione così ampiamente drammatica, non possiamo, infine, che ribadire la nostra forte preoccupazione sugli effetti del cosiddetto "decreto Cutro" che limita fortemente la protezione speciale  con il rischio di un aumento dei migranti irregolari sul territorio"»

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