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«Si va verso un’estate arida, con pesantissime conseguenze per tutte le coltivazioni»: l'allarme

«L’unica soluzione immediatamente praticabile per tentare di ovviare al problema è l’investimento da parte delle imprese agricole in impianti di irrigazione di precisione, in grado di non sprecare nemmeno un litro d’acqua»

«Si va verso un’estate arida, con pesantissime conseguenze per tutte le colture»: a lanciare il grido d’allarme è Cia Padova.

Coltivazioni

Spiegano da Cia Padova: «L’unica soluzione immediatamente praticabile per tentare di ovviare al problema è l’investimento da parte delle imprese agricole in impianti di irrigazione di precisione, in grado di non sprecare nemmeno un litro d’acqua». Non sono di certo bastati i 25 millimetri caduti tra domenica e martedì scorso per compensare un inverno e una prima parte di primavera senza precipitazioni significative. Anche perché da qui ai prossimi giorni le previsioni danno soleggiato. «Oggi quella poca acqua che c’è - analizza il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini - va usata evitando ogni tipo di sperpero». Motivo per cui Cia chiede di inserire nel nuovo Psr degli specifici investimenti a favore degli impianti pluvirrigui, come peraltro decine di imprese agricole dell’Alta hanno effettuato da qualche anno a questa parte. Le aziende agricole in questione riescono ad attingere l’acqua necessaria, che giunge sul posto mediante una fitta rete di tubazioni nel sottosuolo, attraverso una centrale di pompaggio gestita dal Consorzio di bonifica Brenta. «È questo - continua Antonini - il futuro dell’irrigazione.Chiaro che nell’attuale contesto storico gli imprenditori agricoli vanno sostenuti da un punto di vista economico: non possono far fronte, da soli, ad ulteriori spese. Ragion per cui domandiamo un aiuto nell’ambito dei fondi riconducibili al Programma di sviluppo rurale». Dieci giorni fa la portata del fiume Brenta è scesa ai minimi storici, fra i 16 e i 18 metri cubi al secondo, quando la media in questo periodo è di almeno 40 metri cubi al secondo. «Il principio che deve regolare la materia dell’irrigazione - sottolinea il direttore - è che non dobbiamo perdere non un litro, ma nemmeno un centilitro di acqua. A maggior ragione adesso che stiamo vivendo i primi veri effetti di una prolungata siccità». Le premesse in vista della stagione calda non sono buone: «Oltre agli impianti di irrigazione, abbiamo sottoposto nelle sedi opportune il tema della costruzione di piccoli invasi, di montagna e di pianura, finanziati grazie al PNRR. Tali manufatti trattengono l’acqua quando è troppa, ovvero allorché si abbattono dei nubifragi sul nostro territorio, per poi rilasciarla all’occorrenza». Aggiunge Luca Bisarello, presidente della zona Cia di Cittadella: «Le imprese agricole devono essere messe nelle condizioni di sopravvivere. Sono state bastonate dal covid, prima, e dalla crisi internazionale, adesso. Se la prossima estate sarà veramente arida, coi bacini in difficoltà già a fine aprile, il comparto rischia il ko. Solo un’alleanza con le Istituzioni può salvare un settore strategico per la comunità».

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