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Cronaca Campodarsego / SR307

Il consulente tecnico: «Il fondo stradale era ammalorato»

Ieri in tribunale a Padova sono stati illustrati i risultati della perizia effettuata sulla nuova strada del Santo a seguito dell'incidente mortale che ha coinvolto il giovane di Mirano Giordano Sanginiti

Giordano Sanginiti il 4 febbraio 2023 ha perso la vita «esclusivamente a causa di una delle tante, profonde ed estese buche della “nuova” Strada del Santo: la condotta di guida del motociclista è stata ineccepibile». Non lasciano spazio a dubbi sulle responsabilità in capo all’Ente gestore dell’arteria, Veneto Strade, le conclusioni della consulenza tecnica affidata il 6 marzo scorso al perito industriale Gianfranco Pellizzaro dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Padova, Maria Luisa Materia, nell’ambito dell’incidente probatorio, preteso peraltro dallo stesso legale dei due funzionari della società indagati, che aveva “bloccato” l’incarico già disposto in tal senso dal pubblico ministero Andrea Girlando chiedendo che la perizia venisse conferita direttamente dal Gip. I risultati sono stati oggetto di discussione nell’udienza tenutasi nel primo pomeriggio di ieri, 3 luglio, presso il tribunale patavino.

Gli esiti dell'udienza

Nell’udienza di ieri Gianfranco Pellizzaro ha dunque illustrato l’esito dei suoi accertamenti. «Il fondo stradale era ammalorato» scrive nella sua relazione il consulente tecnico incaricato dal giudice, che ha compiuto un meticoloso sopralluogo nel tratto della Regionale 308 dove a febbraio si è consumata la tragedia, al confine tra i comuni di Cadoneghe e Campodarsego. Ed, in particolare, nel punto in questione dove il ventunenne miranese ha perso il controllo della sua moto Guzzi, il perito ha rilevato come, «per la presenza di una serie di riporti di asfalto datati, si era formata una gradinatura longitudinale alta circa tre centimetri rispetto all’asfalto adiacente sulla destra. Inoltre a circa metà della lunghezza di tale zona era presente una frattura longitudinale profonda circa cinque centimetri».

Il tratto di strada ammalorato dove si è consumata la tragedia

La tesi della famiglia sin dai giorni che hanno seguito la tragedia

I genitori di Sanginiti, che risiedeva con la sua famiglia a Mirano, nel Veneziano, e che studiava Medicina, avevano puntato il dito fin da subito sulle condizioni di dissesto della strada, peraltro non segnalate, opponendosi con forza all’ipotesi della banalefuoriuscita autonoma. Attraverso il legale Davide Ferraretto è stato quindi presentato un esposto e il pm Andrea Girlando, titolare del procedimento penale per il reato di omicidio stradale, inizialmente contro ignoti, ha poi iscritto nel registro degli indagati due funzionari di Veneto Strade, gli ingegneri A. B., 38 anni, di Zelarino (Venezia), responsabile della manutenzione delle strade Regionali e Statali per le province di Padova e Vicenza, e I. Z., 60 anni, di San Donà di Piave (Venezia), anche lui dirigente responsabile del settore Manutenzione, presso la direzione di Mestre di Veneto Strade. Si è così arrivati all’incidente probatorio per procedere ad una perizia cinematica alle cui operazioni, come consulente tecnico per la parte offesa, ha partecipato anche Pierluigi Zamuner messo a disposizione da Studio3A.

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