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Cronaca Montà / Via Due Palazzi

Rinvio pena, richiesta di detenuto padovano approda in Consulta

Attesa per il 9 ottobre la pronuncia della Corte costituzionale che potrebbe aprire al differimento dell'esecuzione di una condanna in carcere nei casi di detenzione scontata in condizioni disumane

Quella che approderà il 9 ottobre alla corte Costituzionale è una questione di enorme rilievo nel panorama legislativo nazionale. Sollevata in prima istanza da un detenuto del carcere di Padova rivoltosi ai giudici di Venezia, potrebbe decidere la sorte di moltissime persone rinchiuse negli istituti penitenziari italiani gravati da un perenne sovraffollamento. La Consulta infatti sarà chiamata a pronunciarsi sulla legittimità dell'articolo 147 del codice penale, laddove non prevede, tra le ragioni che consentono di differire l'esecuzione di una condanna in carcere, le condizioni disumane di detenzione, cioè il fatto che la pena debba essere scontata in penitenziari che scoppiano e che non garantiscono al singolo detenuto nemmeno quei tre metri quadrati a testa indicati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.

IL CASO PADOVANO. In particolare, Carceri piene, da Padova la proposta di differimento della pena
il detenuto 47enne padovano di Galliera Veneta Paolo Negroni, as
, assistito dall'avvocato Diego Bonavina, ristretto in una cella dove il suo spazio vitale era inferiore ai tre metri quadrati, aveva presentato richiesta esplicita di differire l'esecuzione della pena, visto che in queste condizioni era contraria al senso di umanità e al principio di rieducazione, oltre che lesiva della sua stessa dignità. Analoga l'istanza presentata ai magistrati di Milano da un detenuto del carcere di Monza, che aveva equiparato a tortura le modalità di detenzione subite: in tre erano ristretti in una cella talmente piccola da non poter scendere dal letto contemporaneamente; e avevano un bagno senza porta, privo anche di acqua calda. Istanze ritenute meritevoli dai giudici che però si sono ritrovati con le mani legate. Attualmente l'articolo 147 del codice penale consente di spostare l'esecuzione della pena solo in casi specifici: gravidanza, puerperio, Aids conclamata o altra malattia particolarmente grave. Di qui la decisione di investire la Consulta.

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Carceri piene, da Padova la proposta di differimento della pena


 

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