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Cronaca

Microchip contro Parkinson ed epilessia made in Padova

Il dispositivo è stato messo appunto anche dai ricercatori di del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università degli Studi di Padova: coordinatore il professor Stefano Vassanelli

Un progetto padovano che può migliorare la vita di migliaia di persone in tutto il mondo. Si tratta di un innovativo microchip adatto per essere impiantato nel cervello, in grado di registrare e stimolare l’attività cerebrale ad altissima risoluzione.

SCOPERTE SUPERNOVE PIU' LUMINOSE

COS'E'. Il progetto è nato nell’ambito del consorzio di ricerca europeo “Cyberrat” che è coordinato dal professor Stefano Vassanelli, del laboratorio NeuroChip del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Padova, e coinvolge anche le università di Berlino, Monaco, Tel Aviv e Milano Agrate: "Il dispositivo impiantabile è a forma di ago e ha uno spessore di frazioni di millimetro in modo da essere minimamente invasivo una volta collocato" spiega il professor Vassanelli, 45 anni, padovano. "Nel microchip sono integrati fino a un migliaio di microsensori capaci di registrare l’attività dei neuroni cerebrali con una risoluzione micrometrica mai raggiunta prima. Oltre ai sensori, il dispositivo possiede dei particolari microelettrodi capaci di stimolare l’attività cerebrale, stabilendo in questo modo una comunicazione bi-direzionale (registrazione e stimolazione) tra cervello e chip. Il chip è stato rivestito da uno strato di diossido di titanio dello spessore di pochi nanometri mediante speciali tecniche di deposizione per renderlo biocompatibile. La tecnica è stata validata in laboratorio e ha dimostrato la possibilità da parte del microchip impiantato sia di registrare che di stimolare l’attività dei neuroni cerebrali in vivo nel ratto".

MICROCHIP. La nuova interfaccia cervello-chip – a cui il consorzio “Cyberrat” lavora dal 2009 – apre importanti prospettive applicative sia in ambito neuroscientifico che in ambito clinico: "A oggi il cervello umano rimane un organo misterioso e le sue modalità di codificare ed elaborare le informazioni sono tutt’ora scarsamente comprese. In particolare, per poter fare luce sui meccanismi di funzionamento del cervello è necessario poter studiare sperimentalmente i complessi circuiti che i neuroni formano nel tessuto cerebrale e come questi elaborano le informazioni. Ottimizzando e sfruttando questa nuova tecnologia di impianto sarà possibile studiare l’attività di circuiti neuronali “al lavoro” ad altissima risoluzione e in molte regioni del cervello difficilmente accessibili con altre tecniche. Grazie allo sviluppo di microchip impiantabili nel paziente, e alla loro capacità di stimolare i neuroni e misurarne le risposte, sarà infatti possibile ripristinare un’attività funzionale normale in circuiti neuronali alterati dalla patologia, migliorando un approccio terapeutico già in uso: la “stimolazione cerebrale profonda. La sperimentazione umana? Con adeguate risorse disponibili, potremmo impiegare dai tre ai cinque anni per arrivarci".

FONDI. "Abbiamo deciso di promuovere una borsa di studio per sostenere l’équipe del professor Vassanelli, con l’obiettivo di raccogliere subito fra i 10 e i 20 mila euro: gli studi dicono che in Europa ogni dieci minuti una persona è colpita da malattie degenerative del cervello, tipiche di una società anagraficamente “matura” come la nostra. Abbiamo pensato di dare il nostro piccolo contributo raccogliendo fondi e sensibilizzando la classe imprenditoriale padovana e non solo padovana".

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