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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Zaia ricorda Napolitano: «Faceva risaltare un interesse vivo per la nostra Regione»

Il governatore del Veneto ha ricordato la figura del presidente emerito, che a Padova ha vissuto, ha studiato e si è sempre adoperato per il benessere della popolazione nelle situazioni più critiche come l'alluvione del 2010

«Con l’affermazione che l’autonomia è vera assunzione di responsabilità, il presidente Napolitano non solo riconobbe la coerenza con la Carta fondamentale delle aspirazioni dei Veneti ma, da garante della Costituzione, rimarcò il solco tracciato dai nostri Padri Costituenti, a cominciare dal suo predecessore Luigi Einaudi, con il loro disegno di una Repubblica squisitamente aperta alle autonomie. In questo e in altri richiami segnò un salto di qualità verso il federalismo. Anche per questo esprimo gratitudine alla memoria del presidente Giorgio Napolitano nel momento del cordoglio mio e di tutto il Veneto per la sua scomparsa». Queste le parole con cui il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, esprime il cordoglio per la morte del presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

Luca Zaia firma da ministro di fronte al presidente Napolitano

Il ricordo

«Il presidente Napolitano è il capo dello Stato nelle cui mani ho giurato fedeltà alla Costituzione da ministro delle Politiche Agricole nel 2008 – ha proseguito il governatore - nel segno della Carta su cui è fondata la Repubblica, a lui mi lega anche questo momento personale. Ma, in questo momento di lutto, il ricordo che più desidero sottolineare è quello di un uomo delle istituzioni molto vicino al Veneto, terra che gli apparteneva per aver abitato a Padova, dove ha studiato al Liceo Tito Livio, durante la seconda guerra mondiale».

Gli incontri con il presidente

«Ho avuto modo di incontrarlo in più occasioni - ha concluso Zaia - durante le sue visite in Veneto e sempre, con la sua cortesia, faceva risaltare un interesse vivo per la nostra Regione. Ricordo la telefonata con cui mi raggiunse in occasione dell’alluvione del 2010, colloquio in cui si informava sui danni e sulle condizioni dei cittadini; mi annunciava il suo arrivo a breve e, dimostrando ancora una volta la sua attenzione per le realtà locali, il desiderio di incontrare i sindaci. Sentiva realmente che lo Stato non si fondava esclusivamente sulle istituzioni centrali. In più occasioni, infatti, ha riservato parole per sottolineare che gli enti territoriali erano quelli maggiormente vicini ai cittadini. Un ruolo che riconobbe anche con la sua rielezione al Quirinale, la prima nella storia della Repubblica, quando disse pubblicamente che era stato l’appello dei governatori delle regioni ad averlo convinto ad accettare».

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